Si apre il 6 giugno, e rimarrà aperta fino al 16 luglio, la mostra personale di Maria Justus (nata nel 1989) presso la galleria Heckenhauer di Monaco di Baviera intitolata «Holding for memories, shifting for thoughts». Lo spunto per questa mostra nasce da un breve recente soggiorno dell’artista a Roma dove ha avuto modo di visitare il Museo della Centrale Montemartini (quasi sconosciuto ma uno dei più belli e meno frequentati della capitale) dove ha trascorso ore a fotografare le sculture greche e romane. Utilizzando le immagini fotografiche come sfondo, ha sovrapposto linee di un brillante colore blu che conferiscono una parvenza quasi fantascientifica ai volti. D’altra parte, che lo spazio e il futuro abbiamo una considerevole importanza nell’esposizione lo dimostra il fatto che le pareti della galleria sono ricoperte da immagini tratte dagli archivi della Nasa relative alla superficie di Marte. Vi è quindi un continuo gioco di specchi tra un passato remoto di più di duemila anni e l’imminente nostro avvenire.
Esposte vi sono anche una serie di calchi di frammento del corpo della stessa Maria Justus, ugualmente chiazzati dello stesso colore blu utilizzato nelle altre opere. Le mani che fuoriescono dalle pareti rimandano anch’esse ad una possibilità di vita nello spazio e sembrano traghettare verso il futuro sia il visitatore, sia le divinità greco-romane rendendole nuovamente vive. La mostra è accompagnata da un testo di Teresa Retzer, curatrice presso la Haus der Kunst di Monaco che suggerisce come le opere spingano l’osservatore a riflettere sulle «relazioni tra passato e futuro, umanità e tecnologia, sfidandoci a considerare i significati e i valori in un mondo digitale. L’evoluzione ed i cambiamenti apportati dalle nuove tecnologie sono ancora in gran parte inesplorati […]. Il lavoro della Justus mostra come gli elementi storici e contemporanei devono impegnarsi in un dialogo per dare forma ad un futuro che non cerchi di cancellare i ricordi del passato».