«Landscape n° 2» (2021) di Agostino Iacurci

© Carlo Romano

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«Landscape n° 2» (2021) di Agostino Iacurci

© Carlo Romano

Pastificio Cerere: un ventenne di cinquant’anni

Dal 2004 l’ex sede della fabbrica romana ospita l’omonima Fondazione. Ma è dal 1973 che accoglie gli atelier di Nunzio, Ceccobelli, Tirelli, Pizzi Cannella, Dessì...

Il Pastificio Cerere era una fabbrica di pasta, edificata nel quartiere romano popolare di San Lorenzo tra fine ’800 e primi del ’900, e attiva fino al 1959. Dopo oltre un decennio di abbandono, alcuni artisti iniziano a trovare, in ambienti di magnifica archeologia industriale, tra macchinari e montacarichi, ideale ubicazione dei loro atelier. I primi a trasferirsi, a partire dal ’73, negli ambienti dell’ex fabbrica sono gli artisti che, dal nome del quartiere, si coaguleranno nel Gruppo di San Lorenzo, e sono Nunzio, Giuseppe Gallo, Bruno Ceccobelli, Marco Tirelli, Piero Pizzi Cannella e Gianni Dessì, seguiti da altri. L’ex Pastificio diviene così, a partire dai primi anni ’80, una polarità della vita artistico culturale della capitale. Nel 2004 nasce la Fondazione Pastificio Cerere, presieduta da Flavio Misciatelli

Ora, due mostre, aperte dal 2 ottobre al 30 novembre negli ambienti della Fondazione nell’ex pastificio, celebrano questo ventennio di attività. A curarle è Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione sin dalle origini. La prima mostra, «Cinquant’anni di storie del Pastificio Cerere», percorre a ritroso la storia di questa cittadella dell’arte, raccontando quanto avvenuto prima della nascita della Fondazione mediante documenti, video e fotografie, e quanto direttamente prodotto dall’istituzione, con opere degli artisti che vi hanno esposto. Tra questi, ci sono David Hammons (1943), Antony Gromley (1950), Claire Fontaine (2004), Claudio Abate (1943-2017), Margherita Moscardini (1981), Tomaso De Luca (1988), Adelita Husney Bey (1985), Corinna Gosmaro (1987), Namsal Siedlecki (1986), Francesco Simeti (1968), Agostino Iacurci (1986), Thomas Berra (1986), Flavio Favelli (1967), Riccardo Previdi (1974). Artisti per lo più giovani al momento delle loro mostre. Tra di essi brilla la stella di Francesca Woodman, che non abitò mai al Pastificio di San Lorenzo, ma lo frequentò nel 1977, realizzandovi vari cicli fotografici. La presenza in situ della fotografa americana, morta suicida a ventidue anni, è testimoniata dalle foto che scattò al tempo Enrico Luzzi (1950). 

La seconda mostra, «Anche il sole sorge», realizzata con il contributo di Mic e Siae all’interno del progetto «Per Chi Crea», ha per oggetto 3 installazioni realizzate specificamente per il sito dal giovane artista cinese Wang Yuxiang. Entrambe le mostre sono allestite all’interno dei nuovi ambienti espositivi della Fondazione, progettati dallo studio di architettura Startt. Il tutto, nello spirito di una celebrazione di un episodio riuscito di rigenerazione urbana e fertilizzazione culturale.

Guglielmo Gigliotti, 30 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Pastificio Cerere: un ventenne di cinquant’anni | Guglielmo Gigliotti

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