«Kolossòi. Pastorello nell’isola dei giganti» è l’esposizione più ampia mai dedicata all’artista Giovanni Manunta Pastorello, di cui è in corso una rassegna anche nella Galleria Comunale di Cagliari. Con oltre 60 opere, varie inedite, curata da Ivo Serafino Fenu e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano in collaborazione con la Fondazione Oristano e la Fondazione Mont’e Prama, la mostra si inserisce tra gli appuntamenti dedicati all’arte contemporanea del 26mo Dromos festival.
«L’arte contemporanea è sempre stata presente nelle ventisei edizioni e nelle tematiche affrontate da ciascuna di esse. Ancora una volta Dromos si pone in prima linea, in sintonia con la volontà dell’assessore alla Cultura Luca Faedda, per fare del Foro Boario un punto di riferimento dell’arte contemporanea per tutta la Sardegna», spiega Salvatore Corona, presidente dell’Associazione culturale Dromos. Dopo la mostra collettiva «F**cking change», curata da Ivo Serafino Fenu e Chiara Schirru con opere, tra gli altri, di Marina Abramović e Damien Hirst, il Foro Boario di Oristano riapre le porte dei suoi spazi espositivi con il grande progetto di Pastorello che ha per protagonisti i giganti e che rende al contempo omaggio al grande archeologo Giovanni Lilliu.
La mostra esplora inoltre l’etimologia del termine «kolossòi», non limitandosi a una celebrazione delle statue di Cabras, ma «dando spazio nelle sue opere a una visione metafisica e metastorica di un’isola popolata da giganti, creature feroci e ancestrali, paesaggi pre e postumani», affermano gli organizzatori. Per l’artista: «La pittura è innaturale, contro natura, ma è nel mondo. Non è soprannaturale, lo lascia intendere, promette e non mantiene: inganna».
In apertura del percorso svetta un gigante alto quattro metri e mezzo, realizzato in collaborazione con il ceramista Salvatore Farci e lo studio K&P (Giovanni Manunta, Gabriele Moretti, Salvatore Piroddi, Giuseppe Tavera), seguito da lavori provenienti dallo studio dell’artista, dalle collezioni Giuseppe Demara, Nicola Cocco, Roberto Pisano. La mostra è visitabile fino al 19 gennaio. «“Pastorello nell’isola dei giganti” è un titolo volutamente ambiguo e depistante perché ambigua e depistante è la dimensione poetica di Pastorello, uno tra gli artisti più capaci e determinanti del panorama artistico contemporaneo che la Sardegna è riuscita a proporre negli ultimi decenni, spiega il curatore Ivo Serafino Fenu. I colossi, viceversa, non possono non far pensare alla felice e insuperata definizione con la quale l’archeologo Giovanni Lilliu definì le statue monumentali ritrovate nel sito di Mont’e Prama, oggi, più banalmente, definite Giganti. Pastorello evita le insidie della cronaca e del facile consenso, nella consapevolezza che l’artista può sì rapportarsi alla realtà del quotidiano, ma senza perdere la specificità che separa l’arte dalla vita».
Le collaborazioni proseguiranno nel 2025 con una serie di mostre il cui obiettivo è consacrare definitivamente il Foro Boario all’arte contemporanea.