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A Fiesole e all’Accademia di Belle Arti di Firenze una mostra dedicata alla produzione pittorica dell’artista e uomo di cultura fiorentino
- Laura Lombardi
- 05 luglio 2023
- 00’minuti di lettura


«Scorie» (1959) di Fernando Farulli
Per Fernando Farulli l’arte aiuta a crescere
A Fiesole e all’Accademia di Belle Arti di Firenze una mostra dedicata alla produzione pittorica dell’artista e uomo di cultura fiorentino
- Laura Lombardi
- 05 luglio 2023
- 00’minuti di lettura

Laura Lombardi
Leggi i suoi articoli«Fernando Farulli (1923-1997)» è la mostra che, dal 5 luglio al 17 settembre, il Comune di Fiesole dedica alla produzione artistica del pittore ma anche dell’uomo di cultura molto legato a Fiesole (di cui fu assessore), nella convinzione del ruolo decisivo dell’arte per la crescita dell’individuo e della collettività, ragione per la quale la mostra ha anche una sezione all’Accademia di Belle Arti di Firenze, come sottolinea Carlo Sisi che ne è presidente.
Dopo gli esordi con Gualtiero Nativi e Vinicio Berti nel gruppo «Arte d’Oggi», la pittura astratta di Farulli si fa, per scelta politica, sempre più figurativa per narrare in forma epica la classe operaia italiana con temi ispirati alla produzione industriale, alla fabbrica, al lavoro, e che negli anni Sessanta lo portano a una nuova declinazione del realismo nella costituzione del gruppo «Il Pro ed il Contro» (con figure quali Ugo Attardi, Piero Guccione, Renzo Vespignani, l’architetto Carlo Ajmonino, il regista Elio Petri, sostenuti da critici Antonio Del Guercio, Dario Micacchi e Duilio Morosini). Opere che varcano anche i confini in particolare con mostre negli Stati Uniti tra il 1960 e il 1966 a Pasadena, cui si aggiunge l’esperienza come scenografo e costumista per la prima mondiale dell’Opera «Odysseus/Ulisse» di Luigi Dallapiccola alla Deutsche Oper Berlin (1968) e due personali a Berlino.
La mostra a cura di Marco Pierini si compone di 35 dipinti suddivisi, a Fiesole, tra la Sala del Basolato (con opere degli anni Quaranta-Sessanta) e la Sala Costantini: qui è la serie dei «Costruttori» degli anni Settanta, ovvero le «figure proletarie dipinte in grandi quadri dove i confini della fabbrica sembrano essere spazzati via e dove l’azione somiglia a un vero e proprio ripopolamento dello spazio terrestre» (per citare Micacchi).
A Firenze, nella Sala Ghiberti dell’Accademia di Belle Arti, sono invece allestite le opere degli anni Ottanta. Il catalogo Gli Ori offre, tramite i contributi di Maria Alberti, Maria Shevchenko, Carlo Falciani e Costanza Neve, un notevole aggiornamento critico della poetica dell’artista con alcune riletture intriganti.

«Scorie» (1959) di Fernando Farulli