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Alla Casa dei Tre Oci si tiene la prima retrospettiva in Italia di Sabine Weiss, che è anche la più ampia mai realizzata finora sulla fotografa franco-svizzera
- Bianca Cavuti
- 10 marzo 2022
- 00’minuti di lettura


«Mode pour Vogue, France», 1955, di Sabine Weiss. © Sabine Weiss
Per l’ultima umanista il mondo è meraviglioso
Alla Casa dei Tre Oci si tiene la prima retrospettiva in Italia di Sabine Weiss, che è anche la più ampia mai realizzata finora sulla fotografa franco-svizzera
- Bianca Cavuti
- 10 marzo 2022
- 00’minuti di lettura
Bianca Cavuti
Leggi i suoi articoliLa Casa dei Tre Oci presenta, dall’11 marzo al 23 ottobre, la più ampia retrospettiva mai realizzata finora, e la prima in Italia, di Sabine Weiss, scomparsa lo scorso 28 dicembre 2021 all’età di 97 anni. Soprannominata «l’ultima umanista», la fotografa franco-svizzera è una delle maggiori esponenti dell’omonima scuola francese e l’unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo.
La Weiss non ha mai amato le etichette. Questo è evidente dalla curiosità con cui si è misurata con qualsiasi genere fotografico, sempre mossa da una volontà precisa: «Per essere potente, ha affermato l’autrice, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l’emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».
La ricchezza della sua produzione si riflette nel percorso espositivo, che segue l’intera carriera dell’artista dagli esordi nel 1935 fino agli anni Ottanta. Sabine Weiss credeva che le cose migliori della sua vita fossero accadute per caso o per merito degli amici. E decisivo è infatti il suo incontro con Robert Doisneau, che conosce durante un colloquio con il direttore di «Vogue» e grazie al quale negli anni ’50 entra nell’agenzia Rapho.
È questo il momento del riconoscimento internazionale dell’autrice. Le sue immagini vengono pubblicate sulle grandi riviste internazionali, e lei partecipa a diverse mostre presso importanti istituzioni museali, tra cui il MoMA. Il suo obiettivo è onnivoro, e negli anni si misura con il campo del reportage e della moda, passando per la ritrattistica e per la fotografia di ricerca.
Con oltre 200 opere, tra cui molte inedite, «Sabine Weiss. La poesia dell’istante», a cura di Virginie Chardin, è un omaggio a una grande fotografa, e il racconto di uno sguardo libero e indipendente.

«Mode pour Vogue, France», 1955, di Sabine Weiss. © Sabine Weiss