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Nel Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur 30 opere dagli anni ’50 al 2021
- Guglielmo Gigliotti
- 10 maggio 2023
- 00’minuti di lettura


«Rotativa di Babilonia» (1991), di Arnaldo Pomodoro. Foto Carlo Orsi
Pomodoro nel Colosseo quadrato
Nel Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur 30 opere dagli anni ’50 al 2021
- Guglielmo Gigliotti
- 10 maggio 2023
- 00’minuti di lettura
Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliLa mostra «Arnaldo Pomodoro. Il grande teatro delle civiltà», aperta dal 12 maggio al primo ottobre, omaggia nel titolo la sede ospitante, il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur (il cosiddetto Colosseo quadrato), ma anche le civiltà delle forme incarnate dall’artista oggi 96enne durante la sua carriera. Curata da Lorenzo Respi e Andrea Viliani, e promossa da Fendi (che nel Palazzo della Civiltà Italiana ha sede) in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, la mostra dispiega, tra spazi interni ed esterni, 30 opere dagli anni ’50 al 2021.
Tra di esse, «Il cubo» del 1961-62, una delle prime rappresentazioni del dualismo geometria-materia tipico di Arnaldo Pomodoro, sviluppato con sfere, cilindri, parallelepipedi e coni, definiti da superfici lisce e lucenti, ma aperti da squarci che ne evidenziavano le viscere plastiche, dall’assetto di contorti meccanismi. Le quattro grandi sculture bronzee del ciclo «Forme del mito» del 1983 accolgono già all’esterno il visitatore, che le scorge ai quattro angoli dell’edificio.
All’interno si incontrano, tra l’altro, la «Grande tavola della memoria» (1959-65), «Le battaglie» (1995) e «Movimento in piena aria e nel profondo» (1996-97). Il percorso espositivo è costituito anche da angoli dedicati a materiale documentario, oltre che da manufatti di un filone creativo molto praticato dallo scultore, quello delle scene e dei costumi per opere liriche.
In mostra anche una delle sculture più originali di Pomodoro, la «Rotativa di Babilonia» (1991): un grande disco reca a rilievo sulla fascia circolare esterna tratti di una scrittura misteriosa. Facendo rotolare la scultura sulla sabbia la lingua segreta si imprimerebbe anche al suolo, diffondendo al di là dell’oggetto scultoreo tracce di presunte civiltà ignote.

«Rotativa di Babilonia» (1991), di Arnaldo Pomodoro. Foto Carlo Orsi