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«Dragon», di Moki Cherry. Foto: Nicolai Wallner

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«Dragon», di Moki Cherry. Foto: Nicolai Wallner

Quando Moki Cherry cucinava al Moderna Museet di Stoccolma

Prima personale britannica all’Ica di Londra di un’artista poco nota al di fuori dei circuiti mainstream dell’arte contemporanea

Federico Florian

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Fino al 27 agosto l’Ica dedica una mostra personale, la prima in Gran Bretagna, a un’artista meno nota ai più e al di fuori dei circuiti mainstream dell’arte contemporanea: Moki Cherry (1943-2009). Figura unica nel suo approccio creativo, in grado di intrecciare arte, educazione, musica e moda, Cherry, nata nel corso della seconda guerra mondiale in un piccolo villaggio della Svezia, ricevette una formazione da fashion designer.

Anno cruciale nella sua biografia è il 1963, quando incontrò il musicista jazz Don Cherry in tour a Stoccolma: fu questo il principio di una lunga relazione e collaborazione creativa, che li ispirò per ben due decenni. Quattro anni dopo, nel 1967, Moki e Don formalizzarono il loro progetto artistico e musicale, sotto il nome di «Movement Incorporated» (poi rinominato «Organic Music» o «Organic Music Theatre»): in occasione del loro primo concerto, Moki realizzò arazzi, costumi, poster e un dipinto «live» per il palcoscenico.

Fondamentale il ruolo della pedagogia nella pratica dei Cherry: nel 1970, dopo un periodo negli Stati Uniti, la coppia si trasferì in una vecchia scuola a Tågarp, in Svezia, usandola come residenza di famiglia e come spazio creativo ed educativo per artisti e bambini della zona. L’anno successivo presentarono una delle loro opere più radicali al Moderna Museet di Stoccolma: per tre mesi, Moki, Don e i loro due bambini vissero in una cupola geodetica all’interno del museo, realizzando attività e laboratori con i visitatori, dalla fotografia alla musica live e al travestimento.

Nel corso di questo esteso happening, Moki continuò a ricoprire il ruolo di madre e moglie, cucinando per la famiglia in una cucina improvvisata all’interno del museo. In mostra all’Ica sono visibili circa 30 lavori e materiali d’archivio in prestito dalla Moki Cherry Estate. Fra questi, arazzi ispirati alla filosofia buddhista del qui e ora, oltre a dipinti, disegni, collage e sculture in legno, come quella raffigurante un cuore con un pattern a camouflage.

«Dragon», di Moki Cherry. Foto: Nicolai Wallner

Federico Florian, 29 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

Quando Moki Cherry cucinava al Moderna Museet di Stoccolma | Federico Florian

Quando Moki Cherry cucinava al Moderna Museet di Stoccolma | Federico Florian