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Al museo di Santa Caterina a Treviso la parabola dell'artista in una cinquantina di sculture
- Lidia Panzeri
- 19 febbraio 2018
- 00’minuti di lettura


Auguste Rodin, «La morte di Adone», 1891 marmo, Parigi, Musée Rodin © Musee Rodin, foto Adam Rzepka
Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoliDopo Parigi (Grand Palais) e New York (Metropolitan) approda al Museo di Santa Caterina, dove nel frattempo è stato completato il restauro della sala ipogea, la mostra antologica celebrativa del centenario della morte di Auguste Rodin (1840-1917), in programma dal 24 febbraio al 3 giugno.
Questo appuntamento è un segno di stima del parigino Musée Rodin, generoso nei prestiti, nei confronti del curatore Marco Goldin che nella mostra «Rodin: un grande scultore al tempo di Monet» riunisce, oltre a 25 disegni, una cinquantina di sculture, sintesi dell’intera parabola dell’artista. A cominciare dagli esordi con «Il naso rotto» (1864), dalla forte impronta espressionista, per proseguire con l’«Età del bronzo» (1875-76), dinamica pur nella sua evidente citazione dell’arte classica.
Naturalmente non poteva mancare l’icona del «Bacio», un capolavoro di sensualità e di audacia tecnica, con il marmo reso leggero dalla sinuosità delle linee. Sono esposte anche le maquette dei suoi monumenti più significativi come «La porta dell’Inferno» e «I borghesi di Calais». Una particolare attenzione è riservata al «Pensatore», opera dalla lunghissima genesi, messa a confronto con un altrettanto celebre quadro del 1907 di Edvard Munch che raffigura la scultura, di proprietà del collezionista dottor Linde, nel suo giardino a Lubecca. Monet è presente con un dipinto che figurava nella mostra «Monet - Rodin», allestita a Parigi nell’estate del 1889.

Auguste Rodin, «La morte di Adone», 1891 marmo, Parigi, Musée Rodin © Musee Rodin, foto Adam Rzepka