«Times Square, New York, 1953» di Emil Schulthess (particolare)

© Emil Schulthess/Fotostiftung Schweiz

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«Times Square, New York, 1953» di Emil Schulthess (particolare)

© Emil Schulthess/Fotostiftung Schweiz

Scatti rubati di coppia alla Fotostiftung Schweiz

Negli spazi della fondazione svizzera Iwan Schumacher e Peter Pfrunder organizzano un’esposizione che cerca di restituire l’autenticità e la verità di ciò che può accadere tra due persone

Si legge sul sito della Fraenkel Gallery, a proposito di una mostra di Diane Arbus che la galleria ospitò tra il 1987 e il 1988, che l’autrice è stata una delle prime a riconoscere che «quando viene posta una cornice fotografica intorno a due individui, immediatamente si crea un certo tipo di relazione». Molte sono le mostre che hanno indagato il rapporto tra l’arte e la coppia, intesa sia come soggetto dell’opera, sia come diade creativa (si pensi alla rassegna del 2018 «Couples Modernes» al Centre Pompidou-Metz). La fotografia ha subìto particolarmente questa fascinazione: si tratta infatti di un soggetto presente sia negli album di immagini storiche sia su Instagram, ed esistono addirittura siti di studi professionali che forniscono istruzioni dettagliate, con tanto di video tutorial, per realizzare una perfetta fotografia di coppia. La seduzione esercitata dalla congiuntura di due individui che si ritrovano insieme davanti all’obiettivo fotografico sembra essere intramontabile. 

È ciò che indaga la mostra «Paare/Couples», visitabile fino al 6 ottobre nella Fotostiftung Schweiz, che nasce dall’incontro tra due curatori: uno è il regista Iwan Schumacher, che dal 2013 ha iniziato a collezionare fotografie di coppie non rivolte verso l’obiettivo, l’altro è Peter Pfrunder, direttore della Fotostiftung Schweiz, che da tempo voleva realizzare un’esposizione con immagini di questo tipo. Gli scatti esposti sono fotografie spontanee, a volte rubate, che cercano di restituire l’autenticità e la verità di ciò che può accadere tra due persone che stanno condividendo un momento di intimità e complicità. Il visitatore incontra coppie giocose e impegnate a corteggiarsi, coppie innamorate e coppie disperate, o coppie disorientate, immerse in un’atmosfera di solitudine. Immagini a volte misteriose, che ci spingono a cercare le storie nascoste oltre l’evidenza della superficie, tra le pieghe di gesti e volti muti. Non è importante conoscere i nomi delle coppie ritratte, quanto la loro capacità di innescare dei movimenti empatici, il loro essere epifanie minime, preziose rivelazioni che vanno oltre la documentazione di un momento. Come si legge nel comunicato stampa, infatti, questa «non è né un’analisi storica né sociopsicologica dei rapporti di coppia in un contesto fotografico. Si tratta piuttosto di una presentazione ludica, fatta di associazioni, allestita da due amanti dell’immagine fotografica: i fotogrammi, ognuno dei quali sembra provenire da un film diverso, possono essere rimontati per creare qualcosa di nuovo».

Bianca Cavuti, 30 agosto 2024 | © Riproduzione riservata

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Scatti rubati di coppia alla Fotostiftung Schweiz | Bianca Cavuti

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