«Henri Cartier-Bresson, Parigi» (1992) di Martine Franck

© Martine Franck, Magnum Photos

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«Henri Cartier-Bresson, Parigi» (1992) di Martine Franck

© Martine Franck, Magnum Photos

Un convento per Henri Cartier-Bresson

La Bretagna celebra il grande maestro della fotografia francese con un allestimento al Fonds pour la culture Hélène & Édouard Leclerc

Nel cuore della Bretagna, nei suggestivi locali di un ex convento dei cappuccini del ’600, perfettamente restaurato, il Fonds pour la culture Hélène & Édouard Leclerc, centro culturale fondato nel 2012 dalla coppia di imprenditori francesi, accoglie una grande e lunga retrospettiva dell’opera di Henri Cartier-Bresson (dal 15 giugno al 5 gennaio 2025). La mostra, la prima fotografica per il centro d’arte che espone in modo permanente la collezione privata dei Leclerc, con quadri di Miró, Chagall, Mattotti o ancora Hartung, è stata realizzata grazie alla collaborazione e ai prestiti della Fondation Henri Cartier-Bresson. Il curatore Clément Chéroux, direttore della fondazione parigina, già chief curator al MoMa di New York, rivendica un approccio originale all’opera del fotografo: «Non esiste uno, ma tanti Henri Cartier-Bresson. Il giovane, influenzato dal Surrealismo, che viaggiò in Africa, Italia e Messico nella prima metà degli anni Trenta, non era più lo stesso alla fine del decennio, quando si impegnò in politica per bloccare l’ascesa del fascismo in Europa. E il suo temperamento cambiò ancora dopo la guerra, quando fondò l’agenzia Magnum, osserva Chéroux. La maggior parte delle monografiche a lui dedicate hanno cercato di dimostrare l’unità stilistica del suo lavoro. Un approccio unificante, e indubbiamente un po’ riduttivo. L’obiettivo di questo progetto, spiega, è di evidenziare la diversità dell’approccio fotografico di Henri Cartier-Bresson, in momenti diversi del suo lavoro. E attraverso quest’occhio dalle molteplici sfaccettature, raccontare la storia del XX secolo». 

Lungo un percorso cronologico, sono allestiti circa 300 scatti, diversi molto noti, accanto ad anche altri poco mostrati, che ripercorrono tutta la carriera di Cartier-Bresson (1908-2004), fotografo dall’approccio umanistica, alla stregua di Robert Doisneau, e pioniere del fotogiornalismo, che ha meritato l’appellativo di «occhio del secolo». Tutto il percorso ruota intorno ad una ventina di ritratti, rigorosamente in bianco e nero, di Cartier-Bresson, realizzati in momenti diversi della sua vita, per mano di altri noti fotografi, da quello in cui, neanche trentenne, ma già celebre, tiene in mano la Leica 35 mm, la compatta macchina fotografica diventata l’estensione del suo occhio, realizzato in uno studio Condé Nast da George Hoyningen-Huene, nel 1935, al ritratto più intimista del 1992, con il fotografo ottantenne riflesso in uno specchio, realizzata da Martine Franck, sua moglie, anche lei fotografa e co-fondatrice della Fondazione parigina che porta il suo nome. 

La mostra affronta diverse tematiche, tra cui la prima influenza surrealista, il gusto per la geometria perfetta delle composizioni acquisito durante gli anni della formazione presso l’atelier di André Lhote, nel quartiere parigino di Montparnasse, la ricerca del «momento decisivo» che si concretizzò in foto per lo più senza posa, in cui i soggetti sono colti a loro insaputa negli attimi fuggitivi della vita quotidiana come in uno dei suoi scatti più noti, «Dietro la Gare Saint-Lazare» del 1932, con l’uomo col cappello che salta la pozzanghera sotto il grigio cielo parigino. Sono poi presentate le fotografie realizzate in giro per il mondo, in Messico nel 1934, in India nel 1947, nella Cina di Mao nel novembre 1948, o ancora a Cuba nel 1963. Non mancano gli scatti che raccontano l'esperienza della guerra, come quelli del 1933 durante la guerra civile spagnola, del dopoguerra, con la liberazione di Parigi nel 1944, e della guerra fredda, tra cui quelli del muro di Berlino del 1962 e della vita in Unione Sovietica nel 1954 e di nuovo nel 1973.

«Bruxelles, Belgique» (1932) di Henri Cartier-Bresson. © Fondation Henri Cartier-Bresson, Magnum Photos

Luana De Micco, 13 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

Un convento per Henri Cartier-Bresson | Luana De Micco

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