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La ricostruzione della carriera del pittore che seppe inserirsi nel flusso della modernità
- Stefano Luppi
- 29 novembre 2019
- 00’minuti di lettura


«Westminster» (1878) di Giuseppe De Nittis. Cortesia di Marco Bertoli
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliNel lungo elenco delle rassegne sull’opera di Giuseppe De Nittis (Barletta, 1846-Saint-Germain-en-Laye, 1884) mancava forse un appuntamento che si incaricasse di un’analisi tecnica delle forme dal punto di vista formale, al fine di comprendere così la straordinaria capacità dell’autore di inserirsi nel flusso della modernità che gli toccò vivere soprattutto tra Parigi e Londra.
Un artista, dunque, che rappresenta un simbolo ante litteram dell’europeismo più spinto come anticipò già nel 1914 Vittorio Pica parlando di De Nittis come di un «meridionale al Sud, francese a Parigi e londinese a Londra».
Si incarica di supplire alla lacuna Palazzo dei Diamanti che dal primo dicembre al 13 aprile ospita «De Nittis e la rivoluzione dello sguardo», a cura di Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi ed Hélène Pinet. Il percorso enuclea molti noti lavori dell’artista, perlopiù appartenenti alla Pinacoteca di Barletta, il luogo che custodisce la donazione effettuata dalla moglie Léontine, cui se ne aggiungono diversi di altra provenienza.
Se notissimi sono «Effetto di neve» del 1880, «Alle corse di Auteuil - Sulla seggiola» del 1883, «Il salotto della principessa Mathilde» del 1883 oppure «Colazione in giardino», dipinto nel 1884, tutti provenienti dal museo pugliese, arrivano dall’estero «Cielo tempestoso», un olio su cartone della Fondation Custodia di Parigi, «La National Gallery e la Chiesa di Saint Martin a Londra», un olio su tela del 1877 di proprietà del Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris o anche, di collezione privata, «Léontine in canotto» realizzato nel 1874 oppure «Westminster», del 1878.
A sostegno del «contesto», grazie al quale l’appuntamento espositivo ricostruisce le varie fasi della carriera del grande pittore, gli organizzatori di Ferrara Arte hanno poi inserito nelle sale anche «Barca al chiaro di luna», una stampa all’albumina del 1856-57 di Gustave Le Gray della Bibliothèque Historique de la Ville de Paris, «Quai Malaquais, Pont des Saintes-Pères», immagine del 1850 di Edouard Baldus della Bibliothèque nationale de France oppure «Giorno di pioggia a Parigi», una fotografia di Alfred Stieglitz conservata al Musée d’Orsay.

«Westminster» (1878) di Giuseppe De Nittis. Cortesia di Marco Bertoli