La mostra «Terra sacra» di Ancona arriva in porto: rinviata dal 2018 per adeguare le sale, poi il Covid ha fermato e cambiato i programmi iniziali. Dal 27 novembre all’8 maggio 2022 la corposa esposizione curata da Flavio Arensi raduna nella Mole Vanvitelliana una quarantina di autori con dipinti, sculture, interventi site specific, fumetti (c’è anche Zerocalcare), disegni, fotografie, video.
«La pandemia ha rimesso tutto in discussione, non parto più dal terremoto del 2016», avverte il curatore, pur se la mostra include comunque un gruppo di opere terremotate e custodite nel deposito della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche ospitato nella Mole. «Più che al crollo delle abitazioni ho pensato a un’indagine sul crollo umano e sociale per la pandemia che sia anche una restituzione alla vita», interviene Arensi, il quale ha suddiviso la mostra in cinque sezioni con titoli come «Antropologia dello spazio» o «La casa, i senza tetto».
«Per la prima volta espongono in una mostra ufficiale gli “Urbex”, che fotografano luoghi disabitati e abbandonati. Invece Danilo Garcia Di Meo nel 2019 ha fotografato gli adolescenti aquilani i quali hanno dovuto trovare nuovi metodi di socialità vivendo già il distanziamento sociale. Poiché a 46 anni sono stufo delle categorie accosto autori lontani tra loro come Salvo e Luca Pancrazzi o Gina Pane e Gino De Dominicis. Espongo Pino Pascali, Giuseppe Spagnulo, Flavio Favelli, Titina Maselli, Gregorio Botta, la poeta visiva Mirella Bentivoglio, Zoran Music, Giuseppe Spagnulo, la fotografa Silvia Camporesi». Il senso complessivo? «Guardare che cosa abbiamo dentro, dove siamo, dopo il periodo pesante che abbiamo attraversato».
«Terra sacra» è organizzata e prodotta dal Comune e dal Museo Tattile Statale Omero con il Fondo Mole Vanvitelliana e con la Soprintendenza; ha il sostegno della Regione Marche e della Fondazione Cariverona. Il catalogo è pubblicato da Skira.