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Inediti confronti, nuove attribuzioni e dipinti mai prima esibiti al pubblico
- Arianna Antoniutti
- 10 ottobre 2019
- 00’minuti di lettura


L’«Annunciazione» del Museo Gonzaga di Novellara, in passato attribuita a Marcello Venusti, ora riferita a Lelio Orsi e messa in relazione all’«Annunciazione» della Galleria Corsini di mano dello stesso Venusti
I seguaci di Michelangelo a Palazzo Barberini
Inediti confronti, nuove attribuzioni e dipinti mai prima esibiti al pubblico
- Arianna Antoniutti
- 10 ottobre 2019
- 00’minuti di lettura

Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliIl numero di opere in mostra per «Michelangelo a colori», dall’11 ottobre al 6 gennaio presso Palazzo Barberini, non è elevato, ma è alta la qualità dell’esposizione che, sulla complessa questione del rapporto tra Michelangelo e i suoi più diretti seguaci, propone inediti confronti, nuove attribuzioni e dipinti mai prima esibiti al pubblico.
Per la cura di Francesca Parrilla e Massimo Pirondini, con il coordinamento scientifico di Yuri Primarosa, sono esposte tele di Marcello Venusti, Lelio Orsi, Marco Pino e Jacopino del Conte, alla cui base sono invenzioni e disegni michelangioleschi su temi sacri.
Tra le opere in mostra, L’«Annunciazione» del Museo Gonzaga di Novellara, in passato attribuita a Marcello Venusti, ora riferita a Lelio Orsi e messa in relazione all’«Annunciazione» della Galleria Corsini di mano dello stesso Venusti. Entrambe le opere traggono ispirazione da un disegno di Michelangelo conservato alla Pierpont Morgan Library di New York, riprodotto in facsimile, come pure tutti gli altri disegni del Buonarroti qui presentati.
Altro soggetto sacro, molto caro alla cerchia degli «spirituali» vicini a Michelangelo e Vittoria Colonna, è la Crocifissione: inedita è la tela di Venusti, di collezione privata romana, ispirata al «Cristo vivo sulla Croce» del British Museum di Londra, che Michelangelo realizzò proprio per Vittoria Colonna.

L’«Annunciazione» del Museo Gonzaga di Novellara, in passato attribuita a Marcello Venusti, ora riferita a Lelio Orsi e messa in relazione all’«Annunciazione» della Galleria Corsini di mano dello stesso Venusti