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Al Mudec una cinquantina di opere di varie civiltà dell’antico Perù
- Antonio Aimi
- 28 aprile 2021
- 00’minuti di lettura


Particolare di frammento di mantello femminile con decorazioni policrome geometriche, XV-XVI secolo, Collezione Mazzoleni
Le autostrade degli Inca
Al Mudec una cinquantina di opere di varie civiltà dell’antico Perù
- Antonio Aimi
- 28 aprile 2021
- 00’minuti di lettura
Antonio Aimi
Leggi i suoi articoliFino al 20 giugno il Mudec ospita «Qhapaq Ñan. La grande strada inca». Il Qhapaq Ñan era il complesso sistema stradale degli Inca, che consentiva di spostare persone, merci ed eserciti lungo tutto il loro vasto impero, il più grande dell’antica America. Questa rete di strade, lunga oltre 30mila chilometri (le stime sulla lunghezza sono oscillanti), collegava la capitale, Cusco, coi territori conquistati e arrivava fino alla Colombia meridionale, al Cile centrale e all’Argentina nord-occidentale.
Ovviamente il Qhapaq Ñan non fu costruito solo dagli Inca, che, nella loro visione dirigistica, lo integrarono anche con le strade fatte dalle culture che li avevano preceduti. La mostra è suddivisa in sette sezioni e ripropone i reperti del Mudec, che, in gran parte, erano già esposti al pubblico.
Nel complesso il visitatore può vedere una cinquantina di opere sia degli Inca, sia, soprattutto, delle altre culture dell’antico Perù. Si comincia con la storia degli Inca e si prosegue presentando i diversi ecosistemi del territorio andino: dal deserto della Costa del Pacifico alla Sierra, alla Ceja de Selva (la parte alta della foresta amazzonica).
Vengono poi le culture che hanno preceduto gli Inca, da quella Cupisnique a quella Chimú, passando per le culture Paracas, Nasca, Moche e Huari, l’altro grande impero dell’Area Peruviana.
Nelle sezioni successive attraverso un ricco apparato iconografico si entra nel merito del Qhapaq Ñan. Il percorso espositivo si conclude con un video che presenta un inedito tratto di cammino nel Nord-Ovest dell’Argentina. «Con la mostra Qhapaq Ñan, ha spiegato la curatrice Carolina Orsini, abbiamo l’occasione di mostrare al grande pubblico il lavoro di campo che svolgiamo in Perù e in Argentina».

Particolare di frammento di mantello femminile con decorazioni policrome geometriche, XV-XVI secolo, Collezione Mazzoleni