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Al Museum Barberini di Potsdam la prima monografica al mondo su questo soggetto del maestro olandese
- Francesca Petretto
- 25 ottobre 2019
- 00’minuti di lettura


«Natura morta con piatto di cipolle», di Vincent Van Gogh, 1889, Otterlo, Kröller-Müller Museum
Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliDopo il successo di pubblico delle mostre dedicate all’arte italiana il Museo Barberini si appresta a incassare un probabile, nuovo trionfo con l’imminente «Van Gogh. Nature morte» che ospiterà dal 26 ottobre al 2 febbraio.
Anche perché l’esposizione parte già con altri notevoli primati in tasca: è la prima in assoluto mai organizzata a livello mondiale ad affrontare in maniera sistematica questa particolare produzione a soggetto del maestro olandese.
Dei circa 800 dipinti che realizzò in appena dieci anni di carriera artistica, oltre 170 sono nature morte: assai sorprendente che nessuna istituzione museale abbia fino a oggi pensato di dedicare loro una mostra monografica, tanto più che Van Gogh stesso le amava in particolar modo, perché in esse poteva testare sempre nuove possibilità e linguaggi pittorici: la cattura dello spazio ridotto, le luci e le ombre che lo ridisegnano oltre la sua fisicità, i colori cangianti con esse.
La selezione proposta dal museo brandeburghese si concentra su 26 dipinti che tracciano lo sviluppo di questa pittura a tema del pittore di Zundert, dai primi lavori che ritraggono semplici oggetti e ambienti della quotidianità, alle nature morte floreali dei brillanti anni parigini e sotto il sole cocente del Sud.

«Natura morta con piatto di cipolle», di Vincent Van Gogh, 1889, Otterlo, Kröller-Müller Museum