VENERDÌ 1 DICEMBRE 2023
NOTIZIE IN BREVE | 14 NOTIZIE
- 01 Il Premio Getty 2024 a Mark Bradford
- 02 Allo Smithsonian American Art Museum di Washington cambia la visione dell’arte americana
- 03 La presentazione dei restauri alla Chiesa di San Nicola dei Caetani nel Parco dell’Appia Antica
- 04 Un bando per l’innovazione tecnologica nei musei sul territorio nazionale
- 05 Riapre Palazzo Albizzini a Città di Castello, con una nuova chiusura prevista a gennaio
- 06 Un nuovo progetto podcast del Museo Poldi Pezzoli
- 07 L’Ordine degli architetti di Firenze interviene sulla questione della loggia Isozaki
Il Premio Getty 2024 a Mark Bradford
Il J. Paul Getty Trust ha assegnato il Premio Getty 2024 all’artista di Los Angeles Mark Bradford. A partire da quest’anno, il premio ammonta a 500mila dollari che il vincitore potrà donare a un’organizzazione non profit di sua scelta (Bradford non ha ancora annunciato la sua scelta). Conosciuto soprattutto per i suoi dipinti astratti e collage di grandi dimensioni, Bradford esplora le strutture sociali e politiche che si occupano di gruppi e individui emarginati. Crea sculture, video, fotografie, stampe e installazioni, e spesso organizza progetti sociali e laboratori educativi in comunità svantaggiate. È cofondatore dell’associazione non profit Art+Practice di Los Angeles, che si occupa di questioni legate all’istruzione, alle cure sanitarie e alle arti.
Allo Smithsonian American Art Museum di Washington cambia la visione dell’arte americana
Ripensare la narrazione dell’arte americana degli ultimi ottant’anni è l’obiettivo con cui lo Smithsonian American Art Museum di Washington ha intrapreso un riallestimento complessivo della propria collezione di arte moderna e contemporanea. Inaugurata il 22 settembre, presenta oltre 100 lavori, tra cui 42 nuove acquisizioni, di artisti che fino ad oggi avevano trovato spazio marginale e che ora diventano invece parte fondamentale di una panoramica dell’arte americana a cavallo tra i due secoli. Ampio spazio è stato dato agli artisti afroamericani, indigeni, asiatici e del Centro e Sud America, riconoscendo il contributo di queste culture alla creazione di una storia e un’estetica collettive. Le gallerie al terzo piano del museo sono state riprogettate in collaborazione con Selldorf Architects, per creare uno spazio in grado di valorizzare sia le caratteristiche architettoniche dell’edificio storico sia le opere in mostra, raddoppiando la superficie espositiva e creando un percorso interdisciplinare che include fotografia, video e artigianato.
La presentazione dei restauri alla Chiesa di San Nicola dei Caetani nel Parco dell’Appia Antica
Domenica 3 dicembre, alle ore 15, in occasione della domenica a ingresso gratuito, e in concomitanza con la giornata di aperture speciali della Rete delle Dimore Storiche del Lazio, il Parco Archeologico dell’Appia Antica presenterà i lavori, appena terminati, relativi alla Chiesa di San Nicola dei Caetani. Oltre a scoprire l’integrale rifacimento della pavimentazione e il nuovo sistema di illuminazione della chiesa, il pubblico potrà assisterà a una conferenza, introdotta da Simone Quilici, direttore del Parco, sulla Roma del Trecento, con un focus sulla fondazione del Castrum Caetani, ad opera dello storico del Medioevo Jean-Claude Maire Vigueur e del funzionario archeologo responsabile del sito Stefano Roascio. Sarà inoltre illustrata la scoperta, effettuata durante i lavori, di uno scheletro umano, ben conservato e in associazione a due fibbie in metallo di forma circolare. Proprio la zona di produzione di queste fibbie, dalla tipologia piuttosto rara, ha consentito di formulare ipotesi circa la datazione dell’inumazione. La tipologia delle fibbie è riferibile a una produzione legata alla famiglia dei Caetani di Pisa, che finanziarono l’ascesa al soglio pontificio di Bonifacio VIII Caetani. È plausibile dunque pensare che il defunto potesse appartenere a questa famiglia di familiares del papa.
Un bando per l’innovazione tecnologica nei musei sul territorio nazionale
La Fondazione Kainòn, che si occupa di innovazione tecnologica applicata al settore culturale, ha promosso il bando «LevelUp», ideato nell’ambito del progetto «Verso un museo del futuro. Un laboratorio aperto di riflessione». «Level Up» si rivolge ai musei del territorio nazionale che abbiano interesse mettersi in gioco sui temi dell’innovazione tecnologica e mette a disposizione dei vincitori un percorso di affiancamento per lo sviluppo di nuovi modelli di business associati a modalità innovative di valorizzazione e fruizione dei contenuti culturali prodotti dal museo tramite l’adozione di soluzioni digitali, per generare esperienze di valore per i visitatori e nuove fonti dirette di ricavo ad esse correlate. AgenziaCult ha intervistato il segretario generale della Fondazione, Emanuela Totaro, che spiega le ragioni alla base dell’iniziativa, ma anche le prospettive e le opportunità che si aprono attraverso la partecipazione al bando. [AgenziaCult]
Riapre Palazzo Albizzini a Città di Castello, con una nuova chiusura prevista a gennaio
A Città di Castello (Pg) riapre domani 2 dicembre Palazzo Albizzini, la sede espositiva dedicata alle opere di Alberto Burri, rimasta chiusa per permettere di effettuare lavori di ammodernamento. Sarà nuovamente possibile tornare a visitare il museo per l’intero periodo natalizio rispettando i soliti orari: dal martedì al venerdì 10-13 e 15-18, sabato e domenica e festivi orario continuato dalle 10 alle 18. Entrambe le sedi espositive, Palazzo Albizzini e gli Ex Seccatoi del Tabacco, rimarranno chiuse nei giorni del 24-25 dicembre e primo gennaio 2024. I lavori ricominceranno dopo le festività natalizie: Palazzo Albizzini rimarrà quindi chiuso da lunedì 8 gennaio alla metà di febbraio.
Un nuovo progetto podcast del Museo Poldi Pezzoli
È disponibile da ieri, su tutte le piattaforme audio gratuite, il progetto podcast «Scrigno. Piccole storie di capolavori», firmato da Silvia Nucini per il Museo Poldi Pezzoli e Chora Media, podcast company diretta da Mario Calabresi: un’esperienza audio immersiva in cui si rivelano le molte storie che stanno dietro i tesori delle collezioni della casa museo milanese. Quattro i percorsi prescelti e narrati, in 15 minuti, dalle voci di Luca Bizzarri, Mario Calabresi, Francesca Milano e Sara Poma: nel primo episodio, «Il viaggio», visto attraverso opere giunte nelle sue collezioni da molto lontano; nel secondo, «La moda», «interpretata», tra gli altri, dall’icona del museo, la «Dama del Pollaiolo» e dai gioielli della collezione di Gian Giacomo e della madre Rosa Trivulzio; nel terzo, «Il tempo», riletto attraverso gli orologi raccolti da Gian Giacomo e dalle successive donazioni di Piero Portaluppi, Bruno Falck, Luigi Delle Piane. Da ultimo, «Il segreto», alluso attraverso i cassettini nascosti degli stipi antichi, nei castoni di certi anelli, in antichi codici.
L’Ordine degli architetti di Firenze interviene sulla questione della loggia Isozaki
Dall’Ordine degli architetti di Firenze è stata inviata una lettera, per posta elettronica certificata, indirizzata al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e al sottosegretario Vittorio Sgarbi per «esprimere estrema preoccupazione in merito alla recente decisione di non dare corso alla realizzazione della loggia Isozaki» (il rifacimento dell’uscita della Galleria degli Uffizi a Firenze, pensato già 25 anni dall’architetto giapponese Arata Isozaki, vincitore del concorso bandito dall’allora Ministero dei Beni culturali, Ndr). La lettera, firmata dal presidente dell’Ordine degli architetti di Firenze Andrea Crociani, è stata sottoscritta da 94 ordini su un totale di 105, oltre che dalla Fondazione Architetti Firenze e dalla Fondazione Michelucci. «Questa decisione, si legge nel documento, ci ha profondamente sorpresi e preoccupati, in quanto annulla gli esiti di una procedura concorsuale, gettando discredito non solo sulla reputazione dell’Italia, ma anche sullo strumento del concorso (universalmente riconosciuto come la modalità più appropriata per la progettazione e realizzazione delle opere pubbliche) e il cui esito non può essere messo in discussione a valle della procedura, in base a valutazioni assolutamente soggettive e discrezionali». [La Nazione]
Al Macro l’arte educa
Il Dipartimento per l’Educazione Preventiva del Macro-Museo d’Arte Contemporanea di Roma organizza domani 2 dicembre, dalle ore 12 alle 19, una giornata di workshop e incontri rivolta a educatrici ed educatori museali, insegnanti di ogni ordine e grado, ricercatrici e ricercatori, associazioni o collettivi, artiste e artisti, curatrici e curatori che si occupano di educazione in campo artistico in Italia. Il programma offre opportunità di incontro tra realtà e individui provenienti da diversi contesti educativi artistici, dando la possibilità di collaborare alla creazione di nuove idee, contenuti e progetti. Il pomeriggio dalle ore 15 saranno proposte attività didattiche come laboratori e incontri critici rivolti a un pubblico di tutte le età. Il pubblico inoltre riceverà un quaderno, prodotto dal museo, in cui troverà la descrizione delle realtà invitate e dove potrà prendere appunti sulla giornata e svolgere piccoli esercizi immaginativi.
L’Africa del Calendario Lavazza 2024
Il Calendario Lavazza 2024, intitolato «More than Us», è un progetto corale firmato dai fotografi africani Thandiwe Muriu (Kenya), Daniel Obasi (Nigeria) e Aart Verrips (Sudafrica) sotto la direzione creativa di Michele Mariani, dell’agenzia Armando Testa. I tre fotografi e tre «ambassador», tra cui il premio Nobel Denis Mukwege, descrivono un’Africa inedita: un territorio pieno di energia, di sperimentazione, di spinta verso il futuro, grazie alla sua straordinaria cultura e alle diverse comunità che lo abitano. «More than Us» annuncia anche il 20mo anniversario della Fondazione Lavazza, che si celebrerà nel 2024.
Mostre che aprono
Due antichi codici alla Biblioteca Nazionale di Napoli
In mostra alla Biblioteca Nazionale di Napoli dall’1 dicembre al 6 febbraio (sotto il titolo «Di porpora e di luce. Forma e materia dell’antico nei codici della Biblioteca Nazionale di Napoli») due antichi manoscritti in pergamena purpurea, vergati in inchiostri d’argento e d’oro: un Vangelo ravennate contenente frammenti dei Vangeli di Luca e Marco, tra i più antichi codici purpurei conservati nei musei e biblioteche europee, risalente alla fine del V secolo d.C., e un Lezionario, databile al IX o a X secolo, di committenza imperiale bizantina, come sembra suggerire il signum crucis con iscritto il nome «Basilius», probabilmente un riferimento a Basilio I il Macedone o a Basilio II, entrambi appartenuti al convento di San Giovanni a Carbonara e, dopo varie vicende, pervenuti alla Biblioteca Nazionale di Napoli. La mostra è frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania «Luigi Vanvitelli» (Teresa D’Urso e Giulia Simeoni) e la Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III» (Daniela Bacca).
Bucci al Marv di Gradara
Oltre 150 tra dipinti, disegni, incisioni e fotografie sono le opere di Anselmo Bucci (Fossombrone, 1887-Monza, 1955) esposte nella mostra «Bucci. Dalle Marche a Parigi», allestita dal 2 dicembre 2023 al 18 febbraio 2024 nel Marv-Museo d’Arte Rubini Vesin di Gradara (Pu). Grazie ai prestiti della Quadreria Cesarini di Fossombrone, dell’Archivio Anselmo Bucci e di collezionisti privati, è possibile vedere molte opere dell’artista eseguite tra il 1904 e il 1950, tra cui l’«Odeon» del 1919-20, il ritratto a figura intera dell’amata «Juliette» (1920), il celebre ritratto di «Rosa Rodrigo» (1923) e «Gli amanti sorpresi», forse la più nota opera di Bucci. Nato a Fossombrone, si forma all’Accademia di Brera di Milano prima di emigrare, giovanissimo, a Parigi dove diviene, in breve tempo, uno degli incisori più noti della scena artistica francese e apprezzato da critici come Guillaume Apollinaire. La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di Studi su Anselmo Bucci, a cura di Luca Baroni con introduzione di Elena Pontiggia.
Renato Alpegiani alla fOn Art Gallery di Aci Castello
È Renato Alpegiani il protagonista di «All my Dreams», la mostra della seconda edizione di «Collezione in Fondazione», il format della Fondazione Oelle Mediterraneo Antico che invita i collezionisti a raccontarsi. Fin dai primi anni Ottanta, Alpegiani ha seguito la nascita e gli sviluppi di quelle correnti nazionali e internazionali che dal suo punto di vista hanno rappresentato in qualche misura una svolta nella concezione dell’arte. La mostra, allestita dal 2 dicembre 2023 al 28 febbraio 2024 nella fOn Art Gallery, spazio espositivo nell’hotel Four Points by Sheraton di Aci Castello (Ct), che è anche la sede della Fondazione Oelle, racconta il percorso del collezionista torinese attraverso oltre 50 opere di artisti italiani e internazionali tra cui Paola Angelini, Stefano Arienti, Vanessa Beecroft, Nicolò Bruno, Zaza Calzia, Srijon Chowdhury, Jo Coda, Sylvie Fleury, Roni Horn, Karen Kilimnik, Maria Lai, Bice Lazzari, Lalla Lussu, Jonathan Monk, Ruben Montini, Catherine Opie, Mattia Ozzy B., Carol Rama, Matt Stokes, Annika Strom, Vibeke Tandberg e Sue Williams. Lo stilista Antonio Marras espone invece una serie di dieci paraventi di dimensioni ambientali nell’installazione «Compare Spare» (2021): stoffe recuperate, riprese da scarti e rifiuti, poi ricamate e cucite in strati di colori e materiali diversi.
Addii
Elliott Erwitt. È scomparso a New York il 29 novembre 2023, all’età di 95 anni, Elliott Erwitt, considerato uno dei più grandi maestri della fotografia del XX secolo. Parigino di nascita, si chiamava in realtà Elio Romano Erwitz. Era membro della Magnum Photo dal 1953. Sono celebri i suoi ritratti di Marilyn Monroe, Che Guevara e Richard Nixon. Suoi scatti sono conservati ed esposti in musei internazionali come l’Art Institute di Chicago, la National Gallery of Art di Washington e il Cleveland Museum of Art. È suo lo scoop fotografico sui missili nucleari sovietici. Celebri anche i suoi ritratti di cani, fotografati in quantità perché, diceva, «a New York è più difficile fotografare elefanti». E comunque, «i cani non ti chiedono di mandargli la foto e non devi fargli firmare la liberatoria».
Vincent Honoré. Il 29 novembre è stato trovato morto nella sua abitazione Vincent Honoré, direttore delle mostre al Museo Mo.Co di Montpellier. Aveva 48 anni. È stata avviata come di prammatica un’indagine di polizia, ma la causa del decesso, secondo diverse persone a lui vicine, fa pensare a un suicidio. Honoré aveva iniziato la sua carriera come curatore al Palais de Tokyo dal 2001 al 2004; si era trasferito poi a Londra dove aveva lavorato alla Hayward Gallery, alla David Roberts Art Foundation e alla Tate Modern. Qui aveva istituito le «Drawing Room Confessions», una serie di conversazioni con gli artisti, ed esposto il lavoro di Carol Bove, Pierre Huyghe, Dominique Gonzalez-Foerster, Jeff Wall, Louise Bourgeois, Hans Haacke, Catherine Sullivan, Oscar Tuazon, Keren Cytter, Neil Beloufa e Rosemarie Trockel. Direttore artistico della 13ma Triennale Baltica nel 2017-18 e del padiglione del Kosovo a Venezia nel 2019, era stato chiamato al Mo.Co nel 2019.
Addii
Vincent Honoré. Il 29 novembre è stato trovato morto nella sua abitazione Vincent Honoré, direttore delle mostre al Museo Mo.Co di Montpellier. Aveva 48 anni. È stata avviata come di prammatica un’indagine di polizia, ma la causa del decesso, secondo diverse persone a lui vicine, fa pensare a un suicidio. Honoré aveva iniziato la sua carriera come curatore al Palais de Tokyo dal 2001 al 2004; si era trasferito poi a Londra dove aveva lavorato alla Hayward Gallery, alla David Roberts Art Foundation e alla Tate Modern. Qui aveva istituito le «Drawing Room Confessions», una serie di conversazioni con gli artisti, ed esposto il lavoro di Carol Bove, Pierre Huyghe, Dominique Gonzalez-Foerster, Jeff Wall, Louise Bourgeois, Hans Haacke, Catherine Sullivan, Oscar Tuazon, Keren Cytter, Neil Beloufa e Rosemarie Trockel. Direttore artistico della 13ma Triennale Baltica nel 2017-18 e del padiglione del Kosovo a Venezia nel 2019, era stato chiamato al Mo.Co nel 2019.