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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliCon taglio metalinguistico il museo Mauritshuis celebra i 25 anni del proprio Dipartimento di restauro esponendo 20 casi studio esemplari, tutti appartenenti alle sue collezioni. Creati nel 1995, i modernissimi laboratori, che spesso ospitano anche specialisti esterni e studenti, costituiscono oggi un centro di ricerca sui materiali e le tecniche pittoriche, dotato di attrezzature all’avanguardia come un microscopio a scansione 3D ad altissima risoluzione.
Curata da Quentin Bouvelot, la mostra «Facelifts & Makeovers» (7 ottobre-9 gennaio 2022) spalanca le porte ai non addetti ai lavori sull’affascinante «dietro le quinte» dell’universo museale, riflettendo sul ruolo stesso del museo e sulle decisioni, spesso non facili, che costantemente curatori e restauratori sono chiamati a prendere per garantire alla opere longevità e salute.
Con approccio interattivo la mostra confronta prima e dopo il restauro 20 capolavori del Secolo d’Oro che portano la firma, tra gli altri, di Rembrandt, Frans Hals e Rubens. Video, animazioni, podcast e slider digitali propongono al visitatore scoperte e quesiti, attribuzioni e pentimenti. Ad esempio, che cosa fare se un tarlo minaccia il ritratto di Gugliemo I d’Orange eseguito da Adriaen Key, se in una tipica scena di genere di Pieter de Hooch riappare un soldato o se si scopre che il cielo azzurro di «Diana e le ninfe» non è in realtà mai stato dipinto da Vermeer?
«Diana e le ninfe» di Pieter de Hooch prima e dopo il restauro. © Mauritshuis
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