Al Poldi Pezzoli, variazioni su una Madonna di Leonardo

Accanto alla «Madonna Litta» dall’Ermitage, opere degli allievi più stretti

«Madonna Litta» (1490 ca) di Leonardo da Vinci, San Pietroburgo, Ermitage e «Madonna della Rosa» (1485-90 ca) di Giovanni Antonio Boltraffio, Milano, Museo Poldi Pezzoli
Ada Masoero |  | Milano

L’«anno di Leonardo» si chiude a Milano con la mostra preziosa «Leonardo e la Madonna Litta» (dal 7 novembre al 10 febbraio), curata da Pietro C. Marani e Andrea Di Lorenzo per il Museo Poldi Pezzoli, che riporta in città, dopo trent’anni, il più famoso tra i dipinti conservati in passato nella residenza urbana dei duchi Litta.

Acquistata nel 1784 dal principe Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este da tale Giuseppe Rho, questa famosissima raffigurazione della Madonna allattante (1495 ca), lungamente celebrata come opera autografa di Leonardo e ritenuta una delle gemme più preziose delle collezioni aristocratiche milanesi, passò ai duchi Litta per via di matrimonio e rimase nel loro sontuoso palazzo milanese fino al 1865, quando Antonio Litta, che l’aveva sempre considerata inalienabile, fu costretto dalle circostanze a venderla al museo imperiale dell’Ermitage di San Pietroburgo, dove
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