Rica Cerbarano
Leggi i suoi articoliNon è un caso che alcune delle fotografie rimaste nell’immaginario di intere generazioni siano state scattate per grandi riviste di moda. L’americana Annie Leibovitz (Waterbury, Connecticut, 1949), mostro sacro del ritratto fotografico, di immagini icone ne ha scattate parecchie nel corso della sua carriera pluridecennale: dall’abbraccio fatidico tra Yoko Ono e John Lennon, realizzato quattro ore prima della morte del cantautore, al nudo integrale di Demi Moore incinta, diventato una delle cover di «Vanity Fair» più controverse, fino agli innumerevoli ritratti e servizi di moda scattati per «Vogue» a partire dalla fine degli anni ’90.
Proprio a questi è dedicato Wonderland, il libro pubblicato da Phaidon (con un’introduzione di Anna Wintour, leggendaria direttrice di «Vogue America») che raccoglie 350 immagini straordinarie, alcune delle quali inedite, realizzate per la rivista di moda più autorevole di sempre. Tra le sue pagine posano modelle, celebrità e figure politiche, molte delle quali donne: da Nicole Kidman a Serena Williams, da Pina Bausch a Kate Moss, dalla regina Elisabetta a Melania Trump.
Non mancano alcuni dei suoi editoriali moda più celebri, vere e proprie rielaborazioni visive di grandi opere letterarie: come quello dedicato ad Alice nel Paese delle Meraviglie, dove Natalia Vodianova posa nei panni della protagonista, schiacciata nella casa del Bianconiglio come nelle illustrazioni di John Tenniel per il libro di Carroll; o la storia ispirata a Il meraviglioso Mago di Oz, che vede l’attrice Keira Knightley impersonare la piccola Dorothy Gale.
Wonderland è un tuffo nell’immaginario fantastico della Leibovitz, un mondo fatto di personaggi celebri e ambientazioni cinematografiche dove ogni elemento è orchestrato sapientemente: dalle luci alla scenografia, ogni dettaglio è il frutto del suo genio visionario e di un lavoro di squadra impeccabile. Guardando queste immagini, veri e propri tableaux fotografici, non stupisce che la Leibovitz non ami definirsi una fotografa di moda. Perché la sua produzione artistica si estende ben oltre, e la profondità del suo lavoro deriva anche dalla consapevolezza che la fotografia non può essere ridotta solo a una questione di generi.
«Guardando il mio lavoro a posteriori, mi accorgo che la moda è sempre stata presente, scrive nella prefazione al libro. Ma per me la fotografia viene sempre prima. La fotografia è la parte più importante ed è così vasta che può comprendere giornalismo, ritrattistica, reportage, immagini di famiglia e servizi di moda...». Al di là di linguaggi visivi e registri narrativi differenti, per lei la fotografia è un modo di conoscere le persone e di raccontare storie.
Nel 1977, nel saggio Sulla fotografia, Susan Sontag, scrittrice, critica e filosofa, nonché compagna di vita della Leibovitz, ha scritto: «Il pittore costruisce, il fotografo rivela». Con le sue fotografie di moda l’autrice è riuscita a fare entrambe le cose, mettendo in scena mondi alternativi che svelano il sottobosco delle nostre fantasie.
Wonderland,
di Annie Leibovitz, 440 pp., 350 ill., Phaidon, New York 2021, € 79,95
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