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Un’immagine di «Terra Madre», progetto commissionato a Lisa Sorgini per Artlab Eyeland

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Un’immagine di «Terra Madre», progetto commissionato a Lisa Sorgini per Artlab Eyeland

Artlab Eyeland celebra le madri tarantine al di là degli stereotipi

La manifestazione, alla sua seconda edizione, riflette sul tema «Terra Madre» attraverso 11 mostre e una commissione speciale a Lisa Sorgini sulle madri del quartiere di Tamburi

Rica Cerbarano

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Dal 25 maggio al 30 giugno torna per il secondo anno Artlab Eyeland, manifestazione che non è «solo» un festival, ma un vero e proprio laboratorio creativo dove l’arte entra in contatto con la comunità locale, portando sul territorio opportunità di riflessione e trasformazione. L’evento è organizzato da PhEST, con il sostegno del Comune di Taranto, il patrocinio della Regione Puglia, della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo con sede a Taranto, e la partnership dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Ispirati dal tema di questa edizione «Terra madre», il direttore artistico Giovanni Troilo e la curatrice Arianna Rinaldo hanno invitato Lisa Sorgini, fotografa australiana di origini italiane, a realizzare un progetto inedito sulle madri di Tamburi, il quartiere tristemente famoso per la sua vicinanza con lo stabilimento dell’ex Ilva.

Sorgini, nota per le sue immagini delicate sulla maternità, ha passato un mese nella città dei due mari, fotografando e interagendo con le persone del posto, dando vita ad un ritratto del rapporto tra madri e figli che quasi intimorisce per la sua franchezza e la sua intimità. Guardando le sue immagini viene davvero da chiedersi cosa ci sia di più forte dell’arte per abbattere gli stereotipi.

Il risultato della residenza sarà esposto per tutto il periodo di apertura in esterno, nelle strade di Taranto Vecchia, inserendosi nel tessuto architettonico della città. Abbiamo intervistato l’artista per saperne di più.

Un’immagine di «Terra Madre», progetto commissionato a Lisa Sorgini per Artlab Eyeland

Come si è sviluppata la residenza a Taranto e il suo lavoro sul territorio?
Prima di arrivare a Taranto, provavo un misto di emozioni, forse un po' ingenue. Cercando la città su Google avevo trovato molte informazioni negative, che la facevano sembrare un posto complicato. Non sapevo che cosa aspettarmi, soprattutto perché non parlo italiano e temevo che questo avrebbe influito sul lavoro. Tuttavia, le mie preoccupazioni si sono dissipate immediatamente una volta arrivata sul posto, anche grazie al supporto del team di Artlab Eyeland, che mi ha introdotto alla comunità locale. In Tamburi ho trovato un luogo incredibilmente ricco di storia e tradizione, fieramente orgoglioso della propria identità. Le donne che ho incontrato sono calorose, schiette e fiduciose per il loro futuro e quello dei loro figli, cresciuti attraverso le avversità da forti figure femminili e reti familiari.

Un’immagine di «Terra Madre», progetto commissionato a Lisa Sorgini per Artlab Eyeland

Come è stato relazionarsi con le madri e le persone del posto?
È stato davvero sorprendente. In alcuni casi abbiamo visitato più volte le famiglie, soprattutto quando c’erano persone che avevano davvero abbracciato il progetto ed erano entusiaste di farne parte. Questi legami hanno aperto molte opportunità ed è stato incredibile constatare la fiducia riposta nei miei confronti, fino al punto di permettermi di entrare nelle loro case, uno spazio intimo e sacro. 

Nel corso degli anni, il ritratto della maternità è diventato il suo soggetto prediletto. Che cosa distingue questo ultimo progetto da quelli precedenti?
Le madri che ho fotografato in passato sono amiche o persone che fanno parte della mia comunità. Ho sempre pensato che fosse necessario conoscersi bene, avere un certo livello di intimità, per ritrarre l’esperienza della maternità in modo autentico. Ma, realizzando questo progetto a Taranto, credo di aver capito che non è così. Non è importante essere parte della comunità, quello che ci unisce è un elemento umano universale, che va oltre e che permette di connettersi istintivamente.

Che cosa le ha lasciato questa esperienza?
Vorrei rispondere raccontando un aneddoto: mentre ero lì, continuavo a vedere e soffermarmi su una grande quantità di erbacce e fiori che crescevano ovunque. E mi chiedevo: perché continuo a fotografarli? Non sono solo erbacce? Poi ho realizzato che mi ricordavano la forza delle donne del posto e la loro capacità di vivere in modo molto più consapevole rispetto a molte persone che non si trovano in difficoltà. Queste donne hanno avuto su di me lo stesso effetto che io ho avuto su di loro. È stata un’esperienza incredibile che mi porterò dentro per molto tempo.

Una foto dell’allestimento di «Terra Madre» di Lisa Sorgini a Taranto. Cortesia di Artlab Eyeland

Rica Cerbarano, 29 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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