Stefano Luppi
Leggi i suoi articoli«I musei autonomi dello Stato passeranno dagli attuali 44 a 60 in modo tale che non siano più monadi culturali e, il mese prossimo, avremo i nomi per le loro direzioni, compreso il successore di Martina Bagnoli alla Gallerie Estensi di Modena, Ferrara e Sassuolo. A queste verrà sganciata Ferrara che merita una propria autonomia museale statale mentre per Modena a Galleria Estense, Biblioteca Estense e Universitaria e Palazzo Ducale di Sassuolo vedremo di aggiungervi l’Aedes Muratoriana di Ludovico Antonio Muratori, grazie al quale è nata la ricerca storiografica moderna». Sono parole pronunciate oggi, 5 ottobre, dal sottosegretario del Ministero della Cultura (MiC) Vittorio Sgarbi e dal capo di Gabinetto del ministro Sangiuliano Francesco Gilioli che, collegati in video, hanno partecipato alla presentazione del riallestimento parziale di Palazzo Ducale di Sassuolo.
L’intervento permanente, ideato da Martina Bagnoli, Federico Fischetti e Vincenzo Vandelli, riguarda cinque saloni dell’ala meridionale del Palazzo, detti «Appartamento di Orlando» fino ad oggi saltuariamente aperti al pubblico: qui è stata ricostruita la storia e le trasformazioni dell’edificio, nato come castello per i Pio di Savoia e trasformato in reggia estiva nel 1634 dall’architetto romano Bartolomeo Avanzini (1608-58) e dall’ingegnere reggiano Gaspare Vigarani (1588-1663) per volere del duca Francesco I d’Este, anche attraverso modelli, video multimediali, ceramiche, abiti e disegni.
L’articolato percorso di «Invito a Corte» parte con la sala «Dal castello alla delizia ducale» nella quale, attraverso tre modelli, si evidenziano le varie fasi edilizie del complesso che nel corso del XVIII secolo verrà anche dotato di un vasto parco di caccia, in parte ancora esistente, ideato dall’architetto scenografo veneto Pietro Bezzi.
La seconda sezione, «La vita a corte», richiama la passione dei duchi e della corte per gli intrattenimenti musicali, il teatro, il ballo, la conversazione, i giochi da tavolo ai quali si aggiungono passeggiate, cavalcate e battute di caccia, giri in barca nella Peschiera. A quest’ultima, ancora in parte esistente e restaurata, è dedicata la terza parte, «L’acqua e il territorio» che analizza l’importanza dell’elemento liquido per Sassuolo, località posta a ridosso del fiume Secchia che, grazie ad attente opere di regimazione, nei secoli ha sviluppato importanti centri industriali.
Nella quarta sala, «Cronache di viaggiatori», si analizzano gli anni del duca Francesco III, anche governatore della Lombardia austriaca che renderà centrale nella sua politica la Delizia di Sassuolo. Il palazzo entra con lui nel Grand Tour, come attestano alcune guide settecentesche esposte: Voyage d’Italie (1758) di Charles Nicolas Cochin, Voyage d’un Francois en Italie (1769) di Jérome Lalande e Sposizione delle pitture in muro del Ducale Palazzo di Sassuolo (1784) di Domenico Bellei.
«Memorie protoindustriali» analizza infine le manifatture storiche sorte nei secoli intorno al palazzo, tra cui quelle per la lavorazione della ceramica, tuttora una delle specificità del territorio dopo due secoli e mezzo dai primi «permessi» concessi dagli Este. Sono qui esposti piatti, vassoi e una coppia di potiche settecenteschi della prima «fabbrica» ceramica di Sassuolo, la Manifattura Dallari.
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