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Hartwig Fischer. Foto: Sean Gallup / Getty Images

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Hartwig Fischer. Foto: Sean Gallup / Getty Images

Le dimissioni di Hartwig Fischer

Il 25 agosto il direttore del British Museum ha lasciato l’incarico con effetto immediato; si è ritirato anche il vicedirettore Jonathan Williams, fino alla conclusione delle inchieste sui furti. Intanto, il museo sta iniziando a recuperare alcuni dei manufatti rubati

Martin Bailey

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Il 25 agosto Hartwig Fischer ha annunciato le sue dimissioni da direttore del British Museum con effetto immediato, descrivendo la situazione come «della massima gravità». In una dichiarazione franca, si è assunto la piena responsabilità della gestione della vicenda del furto di oggetti dal dipartimento greco e romano del museo. Fischer ha dichiarato: «Negli ultimi giorni ho esaminato nel dettaglio gli eventi relativi ai furti al British Museum e all’inchiesta su di essi. È evidente che il British Museum non ha risposto in modo esauriente come avrebbe dovuto alle avvisaglie del 2021 e al problema che ora è emerso pienamente. La responsabilità di questo fallimento deve ricadere in ultima analisi sul direttore».

Il 28 luglio scorso Fischer aveva annunciato che si sarebbe dimesso, ma questo tre settimane prima della notizia del furto. Nella sua dichiarazione di partenza aveva detto che avrebbe lasciato l’anno prossimo, e si pensava che ciò sarebbe avvenuto in estate. Ma l’impatto negativo dell’annuncio del furto del 16 agosto ha trasformato la situazione. Fischer ha presentato le sue dimissioni al presidente del museo, George Osborne, e ha dichiarato che «si dimetterà non appena il Consiglio di amministrazione avrà stabilito un accordo sulla leadership ad interim». Normalmente, in una situazione di questo tipo, il vicedirettore verrebbe nominato direttore ad interim. Ma il vice di Fischer è Jonathan Williams, anch'egli profondamente coinvolto nella mancata gestione di precedenti accuse di furto.

Fischer ha anche ritrattato le affermazioni fatte mercoledì, quando aveva criticato Ittai Gradel, uno specialista danese che aveva avvisato il museo dei furti del 2021: «Ho anche espresso osservazioni sbagliate all’inizio della settimana sul dottor Gradel. Desidero esprimere il mio sincero rammarico e ritirare quelle osservazioni». Nel rassegnare le dimissioni, Fischer si è scusato: «La situazione in cui versa il museo è della massima gravità. Credo sinceramente che supererà questo momento e ne uscirà rafforzato, ma purtroppo sono giunto alla conclusione che la mia presenza si sta rivelando controproducente. È l’ultima cosa che voglio. Negli ultimi sette anni ho avuto il privilegio di lavorare con alcuni dei funzionari pubblici più talentuosi e impegnati. Il British Museum è un’istituzione straordinaria e guidarla è stato l’onore della mia vita».

Osborne ha accettato le dimissioni di Fischer, aggiungendo: «Ha agito con onore affrontando gli errori commessi. Nessuno ha mai dubitato dell’integrità di Hartwig, della sua dedizione al lavoro o del suo amore per il museo». I consiglieri «stabiliranno ora un accordo ad interim, assicurando che il museo goda della leadership necessaria per superare questo periodo turbolento, mentre impariamo la lezione di ciò che è andato storto e la usiamo per sviluppare piani per un futuro forte». Osborne ha concluso: «Voglio essere chiaro su questo punto: risolveremo ciò che è andato storto. Il museo ha una missione che dura attraverso le generazioni. Impareremo, recupereremo la fiducia e meriteremo di essere nuovamente ammirati».

Sempre il 25 agosto, il British Museum ha rilasciato un’ulteriore dichiarazione in cui comunica che il vicedirettore, Jonathan Williams, «ha accettato di ritirarsi volontariamente dalle sue normali mansioni fino alla conclusione della revisione indipendente sui furti al museo. Questo avverrà con effetto immediato».

Il 26 agosto George Osborne, presidente del Consiglio di amministrazione del British Museum, ha dichiarato al programma «Today» di Bbc Radio 4 che il museo sta iniziando a recuperare alcuni dei manufatti rubati, con l’aiuto della comunità degli antiquari. In risposta alle richieste di rilasciare un elenco dei manufatti, ha detto che il museo sta lavorando a stretto contatto con la polizia che metterà un elenco degli oggetti rubati su Interpol. Secondo le sue stime, sono scomparsi circa 2mila oggetti. L’inchiesta indipendente proposta analizzerà come «il museo non abbia colto alcuni segnali che avrebbero potuto essere colti quando un addetto ai lavori del mercato dell’arte li ha avvisati dei furti».

Osborne inoltre ha dichiarato: «Francamente si sarebbe potuto fare di più per prevenire i furti. È una situazione a cui dovremo porre rimedio». Osborne ha dichiarato: «Personalmente non credo che ci sia stato un insabbiamento deliberato, anche se il riesame potrebbe rivelarlo... È molto probabile invece che nel museo ci fosse un pensiero collettivo che si rifiutava di credere che un interno stesse rubando degli oggetti».

Rispondendo alle preoccupazioni sulla documentazione della collezione, Osborne ha detto: «La verità è che non avevamo un catalogo completo di tutto... ma qualcuno con la conoscenza di ciò che non è registrato ha certo un grande vantaggio nel rimuovere alcuni di quegli oggetti. Un chiara conseguenza di quanto è accaduto è che il British Museum deve accelerare il processo, già in corso, per ottenere un registro completo degli oggetti della nostra collezione».

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Hartwig Fischer. Foto: Sean Gallup / Getty Images

Martin Bailey, 28 agosto 2023 | © Riproduzione riservata

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