A Reggio Emilia, fino all’8 gennaio 2023, presso le bacheche commerciali del progetto NEUTRO, è possibile visitare la mostra di Francesco Simeti (Palermo, 1968) «Manufacture Uncertainty», con testi di Paola Nicolin. L’arte pubblica ha un ruolo fondamentale nella pratica artistica di Simeti; negli Stati Uniti ha lavorato a progetti commissionati da Percent for Art e Public Art for Public Schools e ha realizzato installazioni per le stazioni della metropolitana a Brooklyn e Chicago.
Proprio per queste ragioni, l’artista siciliano (che vive e lavora a New York) sposa gli intenti del progetto NEUTRO, il quale ha lo scopo di invitare artisti e fotografi contemporanei a sperimentare liberamente uno spazio eterotopico che vuole colmare la distanza tra l’opera d’arte e il pubblico. Le opere di Simeti sono esposte all’interno di sei vetrine del passaggio commerciale Banca BNP Paribas sovvertendo così la fruizione classica di questi spazi pubblici rimodulando l’esperienza dei passanti che vi si imbattono. Inoltre, la mostra comprende un’installazione video visibile su appuntamento presso Studio Blanco e una pubblicazione di 50 copie uniche. «Manufacture Uncertainty» è accompagnata dal testo «Paesaggio Politico»di Paola Nicolin, curatrice della prima mostra personale italiana di Simeti attualmente in corso presso XNL di Piacenza.
La pratica di Francesco Simeti, iconoclasta e prestigiatore, si palesa di fronte agli occhi di chi la guarda come un connubio perfetto tra l’uso di «photo trouvée» e serialità, tra tonalità calde e soggetti grotteschi, misteriosi e cupi. Con le sue opere Simeti tratta argomenti attuali come la crisi ambientale e gli effetti dell’antropocene e lo fa attraverso immagini esteticamente seducenti e ben fatte, frutto di ricerche iconografiche che attingono da fonti eterogenee che spaziano tra epoche e provenienze culturali diverse. «Manufacture Uncertainty» è proprio il frutto di questa complessa e stratificata operazione di ricerca ontologica dell'immagine e della «realtà».
L’artista installa, all’interno delle vetrine di NEUTRO, fotografie di pompe di estrazione petrolifere che nella loro inquietante presenza monumentale si stagliano contro un cielo meraviglioso e dai colori sgargianti creando un flusso di emozioni contrastanti e dissonanti. Sono immagini che ci traggono in inganno per via del loro piacere visivo prevaricando così la natura ostile e «tossica dei soggetti presentati in primo piano. L’opera di Simeti rievoca scenari lontani tratti dalla pellicola «Deserto Rosso» di Michelangelo Antonioni, dove la psicologia del paesaggio genera un sentimento alienante che l’uomo non sembra più avvertire, anzi ne è completamente assuefatto.
La metodologia alla base del progetto è quasi tassonomica; una precisione formale che ci riporta alla mente il lavoro magistrale dei coniugi tedeschi Bern and Hilla Becher, o guardando oltreoceano e percorrendo la controversa strada della critica sociale, quello di Richard Prince, il quale ci induce a ricercare nuove letture dell’immagine fotografica.
Nel lavoro dell’artista siciliano, la cultura delle immagini che sovrasta la nostra società viene smascherata attraverso la decostruzione di archetipi ormai assimilati dalle nostre coscienze. L’artista sottolinea l’urgenza di educare lo sguardo, di saper cogliere quell’affascinante dualismo tra realtà e finzione che la fotografia, fin dai suoi albori, cela misteriosamente.