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Michela Moro
Leggi i suoi articoliTirando le fila dell’anno appena concluso, l’andamento delle aste in Italia quest’anno ha complessivamente premiato le case italiane. Stando alle cifre dichiarate, i risultati vedono la fiorentina Pandolfini al primo posto, con un totale di vendite che ammonta a 29.376.250 euro, compresi i diritti d’asta, in crescita rispetto allo scorso anno dell’83,3%; un eccellente modo per festeggiare il 90mo compleanno della casa d’aste (il top lot è stato il vaso cinese aggiudicato a un compratore di Hong Kong per 7,4 milioni, la più alta aggiudicazione di tutti i tempi in Italia). «Ci siamo ripresi un record che ci apparteneva negli anni ’70, quando incassammo più di 4 miliardi di lire con la vendita degli arredi dell’eredità Strozzi Sacrati», conferma l’ad Pietro De Bernardi «e abbiamo dimostrato che con il coraggio di investire nell’internazionalizzazione l’imprenditoria italiana non è seconda a nessuno, tantomeno alle grandi società inglesi e americane, e anche che il mercato è veramente globale, come dimostra il vaso cinese, in partenza in questi giorni con destinazione Hong Kong».
Meeting Art (Vercelli) dichiara 27.593.595 euro venduti, e un incremento dell’8,55%. Quasi la metà delle vendite spetta al moderno e contemporaneo, che fattura 15.715.085 euro (diritti inclusi), con un incremento del 22,42%, seguito dal 16,74% dei tappeti e dal 9,65% per gli orologi. La casa vercellese ha effettuato nell’anno ben 136 sessioni d’asta, di cui 117 solo online. Top lot dell’anno è stato un orologio Patek Philippe Geneve, cronografo e calendario perpetuo del 1951, aggiudicato a 237.600 euro. Meeting Art registra un ulteriore aumento di compratori stranieri, con una percentuale del 10%, in particolare dalla Germania, Francia, Svizzera e Inghilterra, fuori dall’Europa è da segnalare in particolare la crescita dei compratori cinesi e nordamericani.
Al terzo posto si piazza Cambi da Genova, che ha chiuso con un risultato di circa 17,5 milioni di euro, con una crescita del design del 35% (da 1,8 milioni si è passati a circa 2,5), e dei gioielli e argenti, quali beni rifugio, del 26% circa. Le aste tenutesi sono state 23 a cui vanno aggiunte 10 aste a tempo tematiche solo online. L’aggiudicazione più alta è stata per una tempera su tavola di Paolo Schiavo Battista di Gerio (Pisa 1350-1420), «L’albero di Jesse», valutata 25-30mila euro e aggiudicata a 446.400. Da notare anche il grande incensiere tripode cinese in bronzo a decoro geometrico di ispirazione arcaica, dinastia Qing, marca e periodo Qianlong (1736-95), valutato 40-60mila euro e battuto a 334.800.
La milanese Il Ponte ha un totale aggiudicato di 16,2 milioni di euro, realizzato in 23 aste. Le due vendite di arte moderna e contemporanea hanno raggiunto i migliori risultati con «Superficie in tensione», poliestere del 1968 di Giò Pomodoro battuto a 56.250 euro e «Otto undici tredici speciali (Telex)», inchiostro su carta su tavola in teca di plexiglas del 1973 di Emilio Isgrò, aggiudicato a 34.800. La direttrice Rossella Novarini conferma il trend dell’anno passato con i soliti settori forti, arte moderna e contemporanea e gioielli, mentre sono in ascesa design e dipinti dell’800. Segnali incoraggianti di ripresa arrivano anche dal dipartimento di arredi e dipinti antichi.
Al quinto posto arriva Wannenes di Genova che con 17 aste dichiara un aggiudicato di 14.092.750 euro e un +9,3% rispetto all’anno precedente. Il settore con l’incasso maggiore (3.521.687 euro) è stato quello di arredi e arti decorative, mentre le migliori aste sono state quelle di dipinti antichi e del XIX secolo e gioielli e orologi, argenti, arredi, avori, icone e oggetti d’arte russa. Il top lot è di Giovanni Migliara: «La Piazza del Duomo a Milano col coperto dei Figini», 1828, aggiudicato a 322.400 euro. Dice Guido Wannenes: «Il mercato delle aste italiane è ricettivo e diversificato nell’intercettare i trend del collezionismo sia italiano sia internazionale; il primo attento a opere dalla forte valenza identitaria e spesso territoriale, il secondo sempre alla ricerca di oggetti inediti. Oltre ai settori tradizionali come arredi e dipinti antichi, è giusto segnalare gli ottimi esiti di design, arte asiatica e dipinti ’800».
Bolaffi (Torino) ha totalizzato 13.330.000 euro inclusi diritti d’asta, raccolti in 9 aste. L’ad Maurizio Piumatti esprime la propria soddisfazione: «Nel primo semestre abbiamo sfiorato un realizzo complessivo di 5 milioni di euro ottenuto con filatelia, numismatica e libri rari. Il più ricco programma del secondo semestre includeva l’appuntamento annuale con l’antiquariato, la prima asta di vini pregiati e una piccola asta online di manifesti. Complessivamente il secondo semestre ha realizzato circa 8,5 milioni, un risultato al di sopra delle aspettative». Top lot assoluto è la Somma di arithmetica, geometria, proporzioni e proporzionalità di Luca Pacioli (cfr. articolo a p. 43). Una curiosità: il manifesto di «Colazione da Tiffany», nell’asta dedicata ai manifesti, ha realizzato 9.375 euro.
FarsettiArte nel 2014 ha allestito 4 vendite per un volume d’affari complessivo di circa 12.800.000 euro, con un incremento del 16% rispetto al 2013 e percentuali di vendite del 65%, e dichiara di aver trascorso «un anno pienamente positivo». I primi tre top lot sono stati: Pablo Picasso, «Deux pigeons», 1960, olio su tela, 874.250 euro; Lucio Fontana, «Concetto spaziale», olio, squarcio e graffiti su tela, 441.550; Giorgio De Chirico, «Ettore e Andromaca», olio su tela, 344.800.
La fiorentina Pananti con 7 aste raccoglie un totale di circa 6 milioni (diritti inclusi), e rimarca un crescente interesse del mercato soprattutto per l’arte contemporanea ma anche per l’Ottocento. Il top lot è stato uno dei nuovi nomi sul palcoscenico delle aste: Dadamaino, «Rilievo cronodinamico a nove gradazioni di rosso», venduto a 70mila euro.
Blindarte di Napoli dichiara un totale aggiudicato di 3,6 milioni di euro, diritti inclusi, per le 5 aste dell’anno. Il settore migliore è stato quello dell’arte moderna e contemporanea che ha raccolto 2,2 milioni. Top lot dell’anno Franz West, con «Lemura del Porto», del 2012, aggiudicato a 159.900.
International Art Sale (Milano), specializzata nella vendita di gioielli, argenti e orologi, è più che soddisfatta del fatturato totale delle tre aste del 2014, 3.567.000 con un piccolo incremento rispetto al 2013. L’amministratore unico Gianfranco Saccucci fa notare che per il 90% i lotti sono stati acquistati da clienti esteri.
Completano il quadro delle aste in Italia i dati delle straniere, Christie’s e Sotheby’s: la prima ha tenuto unicamente l’asta di arte moderna e contemporanea a Milano il 2 aprile, per un totale di 9,78 milioni di euro, diritti compresi; la seconda con due sessioni pressoché identiche per valori, dichiara un totale venduto di 23.501.425 euro.
Insomma, il panorama è tipico del modo di essere italiano: variegato, con mille diversità e picchi di eccellenza, e per una volta non in sofferenza. Ma la distanza dalle maggiori piazze estere rimane abissale.

Il Migliara venduto da Wannenes

Il vaso cinese di Pandolfini

La tempera su tavola di Paolo Schiavo Battista di Gerio
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