Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Roberto Mercuzio
Leggi i suoi articoliA Bari l’11 novembre, a partire dalle ore 17.45, presso il Museo Civico del capoluogo pugliese si terrà l’evento «La Madonna del Segno in San Martino a Bari. Storia e restauro di un’immagine medievale», che illustrerà al pubblico l’intervento sull’affresco della «Madonna del Segno», custodito nella millenaria chiesa di San Martino di Bari Vecchia. L’immagine, datata al secondo quarto del XV secolo, è stata oggetto di un attento restauro conservativo grazie a una convenzione sottoscritta tra l’Aps Martinus (associazione a cui fa capo il progetto di recupero e rifunzionalizzazione della chiesa) e il Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Bari, sotto la supervisione dei tecnici della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bari e con il sostegno della Bcc Cassano delle Murge e Tolve, della Garofoli spa e della Marelli lighting.
Il restauro ha avuto luogo all’interno di un cantiere aperto, in cui la comunità locale ha potuto, in alcune occasioni organizzate, comprendere le tecniche e le metodologie impiegate. La rimozione delle ridipinture, realizzate tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha consentito la riemersione di gran parte dei colori originari e delle decorazioni quattrocentesche, di nuovi dettagli iconografici e infine di alcuni frammenti degli affreschi sottostanti.
Tutte le circostanze (anche minime) del restauro sono state raccolte nel volume La Madonna «del Segno» in San Martino a Bari. Storia e restauro di un’immagine medievale (Quorumedizioni), che sarà presentato in occasione dell’evento. La pubblicazione, primo numero della nascente «Collana di Studi Patricolari», promossa dall’Aps Martinus, documenta in diversi capitoli, corredati da fotografie professionali, la storia della chiesa di San Martino, il suo progetto di recupero, l’analisi artistica dell’affresco e tutte le fasi del restauro, evidenziando le scoperte emerse durante il processo. Inoltre, il volume offre una riflessione sul valore del cantiere aperto come strumento di educazione al patrimonio, sottolineando l’importanza di rendere il processo di recupero dei beni del territorio accessibile e comprensibile a tutta la comunità.
L’evento dell’11 novembre dopo i saluti istituzionali, di Francesca Romana Paolillo, soprintendente Abap per la città metropolitana di Bari, di Gerardo Milillo, presidente dell’Aps Martinus e di Annarosa Mangone, coordinatrice del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali Uniba, vedrà gli interventi di Enrica Dardes e Federica Testa dell’Ufficio storico artistico, Soprintendenza Abap per la città metropolitana di Bari, di Marcello Mignozzi, professore di Storia dell’Arte Medievale Uniba, di Francesco Daddario, professore di Storia e Tecnica del Restauro Uniba e di Giancarlo Liuzzi, curatore del volume e vice presidente dell’Aps Martinus. Presenterà l’evento Isabella Battista, professoressa di storia dell’arte e giornalista.
Al termine della presentazione, dalle 19.30 sarà possibile osservare il rinato affresco e visitare la vicina chiesa di San Martino, con illustrazione del progetto di rifunzionalizzazione del luogo a cura di Antonio Giannoccaro, architetto e dottorando Pasap-Med Uniba. Il 15 novembre la chiesa di San Martino sarà eccezionalmente aperta (10-13/17-20) con visite a gruppi, per poter osservare l’affresco restaurato.
Altri articoli dell'autore
Luogo fondamentale per comprendere lo sviluppo della capitale punica durante il periodo tardo romano e paleocristiano, presenta reperti archeologici relativi all’architettura religiosa, agli spazi civici e alle pratiche spirituali dell’epoca
Molte le novità di un progetto finanziato dal Pnrr: una «progressive web app» per trasformare l’esperienza museale in un viaggio personalizzato, un percorso tattile, sedici videoracconti con descrizioni in Lis e due percorsi in Comunicazione aumentativa alternativa
Si tratta di un nuovo progetto in via di realizzazione, dedicato alla sperimentazione sonora e alla valorizzazione della ricerca musicale contemporanea
Con 130 opere di diverse civiltà mondiali, il riallestimento dell’ex «Pavillion des sessions» intende aprire un «dialogo inedito» tra continenti ed epoche diverse



