Tim Cornwell
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La National Gallery of Ireland farà uscire dai magazzini circa 600 opere con la riapertura, il 15 giugno, della sua collezione storica, come dichiara il direttore Sean Rainbird. Circa l’80% dello spazio espositivo è chiuso dal 2011 per una ristrutturazione progettata dallo studio di architettura di Dublino Heneghan Peng.
Tra i lavori, anche la costruzione di un cortile interno con finestre che consentono nuove viste sugli spazi del museo, così permettendo ai visitatori di orientarsi «in maniera più istintiva», spiega Rainbird. La riconfigurazione punta a integrare 15 livelli su 4 ali costruite tra il 1864 e il 2002. Un riallestimento per lo più cronologico trasformerà l’ex «galleria barocca» in una Grand Gallery, con dipinti di Joshua Reynolds e Henry Raeburn insieme ad artisti francesi, irlandesi, inglesi e scozzesi. Saranno esposti tutti i ritratti commissionati dal 1990, tra cui quelli di personalità come Bono Vox, il leader degli U2 nato proprio a Dublino nel 1960.
Circa 500 quadri sono stati restaurati durante il lungo periodo di chiusura. Anche se una continua serie di piccole mostre ha attirato l’anno scorso 750mila visitatori, Rainbird spera di superare quest’anno il milione di presenze. La riapertura coincide con la grande mostra itinerante «Vermeer e i maestri della pittura di genere: ispirazione e rivalità» (17 giugno-17 settembre), coorganizzata con il Louvre di Parigi e la National Gallery di Washington. Le mostre successive saranno dedicate al pittore espressionista Emil Nolde e a Frederic William Burton, pittore irlandese ed ex direttore della National Gallery, il cui acquerello «Hellelil e Hildbrand, l’incontro sulla scala della torre» (1864) è stato votato nel 2012 il quadro preferito d’Irlanda.
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