Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliSul filo di lana, ma entro il 2024 come aveva promesso, il direttore degli Uffizi Simone Verde riaprirà il 20 dicembre, alla presenza del ministro Giuli, dopo otto anni di lavori, il Corridoio Vasariano. Vexata quaestio dalle continue posticipazioni il cui tormentone ha caratterizzato i due mandati del precedente direttore Eike Schmidt, l’operazione di adeguamento alle normative di sicurezza ha avuto un costo complessivo di circa 11 milioni di euro (di cui un milione di dollari donato nel 2023 dall’imprenditore statunitense Skip Avansino) e ha consentito di riqualificare la magnifica struttura vasariana, dagli anni Novanta non più oggetto di restauro.
Chiuso dal 2016, il «Corridore» è stato interessato dai lavori a partire dal 2022, con continui rimandi causati, come ha precisato Verde, «dalla difficoltà di approvvigionamento dei materiali dovuta al contesto internazionale». Il progetto per la riapertura è stato realizzato da Uffizi e Soprintendenza e presentato nel febbraio 2019 dopo 18 mesi di studi dai numeri imponenti: decine gli specialisti coinvolti, oltre mille le pagine del programma, 201 i metri quadrati di elaborati realizzati, 23 le relazioni specialistiche redatte, 2.435 fotografie, decine le prove e i saggi sui materiali compiuti.
Privo di opere d’arte per precisa scelta del direttore Verde, molto attento all’uso collezionistico originario della costellazione di luoghi che compongono il grande complesso Uffizi-Pitti-Boboli, il Corridoio è stato restituito all’originaria funzione di percorso sopraelevato, lungo 750 metri, commissionato nel 1565 da Cosimo I de’ Medici a Giorgio Vasari in occasione delle nozze tra il figlio primogenito Francesco, erede al trono, e l’arciduchessa di casa imperiale Giovanna d’Austria. Scopo del passaggio aereo, costruito da Vasari in pochi mesi, era collegare il Palazzo del Governo ed ex residenza di famiglia medicea, ormai divenuto «vecchio», con la nuova reggia di Palazzo Pitti, realizzando così un percorso privato utile anche come eventuale via di fuga. In sintonia con il suo impegno di valorizzare la lunga storia collezionistica della «cittadella» medicea cinquecentesca, Verde ha scelto di renderne la fruizione turistico museale inscindibile da quella degli Uffizi, con orari di visita cadenzati lungo l’arco del giorno, gruppi composti da un massimo di 25 partecipanti e biglietto complessivo di 43 euro. La visita avviene «a senso unico» con partenza dalla Cappellina Veneziana del primo piano degli Uffizi (sale venete) e arrivo a fianco della Grotta del Buontalenti, nel Giardino di Boboli.
«Per il Complesso degli Uffizi si tratta di un momento di strategica importanza, ha affermato Verde, che permette di ricucire, anche nella sua fruibilità, l’unitarietà della sua storia monumentale e collezionistica. I visitatori possono passare da una parte all’altra del fiume Arno, apprezzando in tutta la sua tentacolare estensione la vastità, la coerenza e la ricchezza della cittadella medicea del potere e delle arti. Questa apertura, infatti, va di pari passo con l’opera sistematica di riqualificazione e di ricomposizione museale in corso, che vede concentrate allo stesso livello cure sia sul complesso vasariano degli Uffizi sia su Boboli e Palazzo Pitti».
Reso per la prima volta accessibile al pubblico generale, il nuovo percorso del Corridoio garantisce completa accessibilità ai disabili, è dotato di servizi igienici, ha un’illuminazione a led a basso consumo energetico ed è interamente videosorvegliato. La sicurezza è garantita da cinque nuove uscite di emergenza. Tra gli altri lavori figurano interventi di consolidamento antisismico e il restauro, negli interni, di intonaci, incannicciati e pavimenti in cotto.
La collezione degli autoritratti
Quanto alla celebre collezione degli autoritratti, in continua espansione e ora estesa anche ai fumettisti, ragioni conservative connesse non solo alla cantierizzazione, ma anche agli sbalzi climatici che le sottili murature del Corridoio, non climatizzato, non riescono a inibire portarono allo spostamento delle opere, durante la direzione di Schmidt, in una sequenza di 12 sale appositamente allestite al primo piano della Galleria. Inaugurati nel luglio 2023 e realizzati grazie a una donazione di un milione e mezzo di euro della famiglia Pritzker, i nuovi spazi ospitano oggi 255 autoritratti dei 2mila di cui gli Uffizi oggi dispongono, oltre alla scultura in marmo del cardinale Leopoldo de' Medici (1617-1675), scolpita da Giovan Battista Foggini per volere di Cosimo III come omaggio all'illustre zio. Proprio al cardinale si deve nel Seicento l'inizio della collezione degli autoritratti, cui Cosimo III volle rendere omaggio esponendoli in un’apposita sala della Galleria, nota come Sala degli Autoritratti, dal soffitto decorato da Pier Dandini con l’Allegoria della Toscana incoronata dalla Virtù e accompagnata dalle Arti e dalle Scienze. Al centro della sala, Cosimo III fece costruire dallo stesso Foggini una tribuna decorata con marmi policromi, destinata ad accogliere l’effigie dello zio, situata nel corridoio di Ponente degli Uffizi in corrispondenza di quella più nota del Buontalenti nell’ala opposta dell’edificio, e completata nel 1707. Descritte con grande ammirazione da molti visitatori, Sala e tribuna vennero poi smantellate, ma ne rimane testimonianza in quattro disegni ora conservati presso la Österreichische Nationalbibliothek di Vienna. Il Corridoio Vasariano ospitò quindi solo in parte la collezione e solo nel periodo compreso tra 1973 al 2016, cioè a partire dalla riapertura al pubblico del corridoio dopo i lunghi restauri dovuti agli ingenti danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono tuttora reperibili disegni e foto d'epoca, come quelle dei fratelli Alinari di fine Ottocento, che mostrano l'allestimento dei autoritratti negli spazi della galleria, a cui nel catalogo del 1926 l'allora direttore Giovanni Poggi destinava le sale 41-46 adiacenti alla Loggia dei Lanzi. Secondo la proposta di Schmidt, il Corridoio avrebbe dovuto ospitare la collezione epigrafica degli Uffizi.
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