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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliIl 26 luglio, dedicato a sant’Anna, è un giorno importante per la storia e la tradizione fiorentina. La santa è infatti, insieme a san Giovanni Battista, patrona delle città, in quanto il 26 luglio 1323 una rivolta popolare cui parteciparono attivamente le corporazioni delle Arti determinò la cacciata da Firenze del tirannico duca d’Atene Gualtieri di Brienne, che fuggì da Palazzo Vecchio attraverso una porticina seminascosta ma tuttora esistente. A questo evento è profondamente legata anche la chiesa di Orsanmichele, tempio delle Arti che vollero ricordare l’evento commissionando all’artista Orcagna lo straordinario altare marmoreo dedicato alla santa, da allora meta di pellegrinaggi e offerte votive.
E proprio il 26 luglio sarà riaperta al pubblico la sala del mezzanino del museo di Palazzo Vecchio nella quale si conserva, assieme ad altre opere, una rara testimonianza iconografica della cacciata: un affresco staccato attribuito allo stesso Orcagna, databile tra 1343 e 1349 e proveniente dall’antico carcere delle Stinche. In occasione della riapertura del mezzanino, speciali visite guidate, curate dalla Fondazione MUS.E, condurranno i partecipanti dalla scala segreta voluta da Gualtieri di Brienne al mezzanino che attualmente ospita la donazione Loeser, per poi passare alla sala riaperta in cui si trova l’affresco di Orcagna.
L’opera rappresenta la cacciata del francese Gualtieri da un palazzo ancora profondamente medievale sotto lo sguardo protettivo di sant’Anna, alla quale vengono offerti i simboli della città di Firenze. Nella stessa sala l’affresco si confronta con un rilievo marmoreo anonimo dedicato a un altro tra i principali santi protettori di Firenze, san Zanobi, databile tra 1415 e 1420. I frammenti ricomposti del rilievo provengono dalla muratura esterna della casa-torre della famiglia fiorentina dei Girolami in via Por Santa Maria e furono recuperati tra le macerie dell’edificio abbattuto durante la Seconda guerra mondiale dall’esercito tedesco in ritirata (1944). Vescovo di Firenze durante le invasioni barbariche e secondo la leggenda autore di diversi miracoli, san Zanobi figura in primo piano nella parte superiore del rilievo e invoca la protezione di Dio sulla città di Firenze, rappresentata da alcune emergenze architettoniche tra cui Palazzo Vecchio. Dalla porta della cerchia muraria arnolfiana, presso l’attuale Forte Belvedere, proviene infine un rilievo in pietra con residui di policromia della seconda metà del XIII secolo, raffigurante san Giorgio e il drago. Le sale del Mezzanino che si sviluppano intorno al primo cortile appartengono al nucleo più antico dell’edificio ed erano destinate in epoca comunale e repubblicana ad alcune delle magistrature che coadiuvavano la Signoria. Non avendo subìto interventi significativi durante la ristrutturazione medicea del palazzo, mantengono l’aspetto sobrio e austero tipico del Medioevo fiorentino.

Un rilievo marmoreo anonimo dedicato a un altro tra i principali santi protettori di Firenze, san Zanobi, databile tra 1415 e 1420
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