L’uso dei bastoni da scavo presso i Neandertaliani

Cortesia di Iipp

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L’uso dei bastoni da scavo presso i Neandertaliani

Cortesia di Iipp

A Firenze si torna indietro di 170mila anni

In due sedi distinte una mostra sui neandertaliani e gli elefanti del sito grossetano di Poggetti Vecchi per celebrare i 70 anni dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria

Dal 24 ottobre al 12 gennaio 2025 il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e il Museo di Antropologia e Etnologia ospitano la mostra «170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. I Neanderthal e la sfida del clima», curata da Biancamaria Aranguren, Silvia Florindi, Daniele Federico Maras, Daniela Puzio e Anna Revedin. Accompagnata da un convegno internazionale (24-26 ottobre, Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze) e sostenuta da Regione Toscana e Fondazione Cr Firenze, in collaborazione con MAF e Sistema Museale d’Ateneo, la mostra espone i reperti relativi al sito di Poggetti Vecchi (Grosseto). 

Oggetto di scavo dal 2012 da parte di Soprintendenza e Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, il sito si trova ai piedi di una collina da cui sgorga una sorgente termale, già frequentata da neandertaliani e antichi elefanti, oggi estinti. La mostra si articola in due sezioni: Palazzo Nonfinito focalizza lo scavo grazie a ricostruzioni ambientali, tecnologie digitali e copie 3D, mentre il Maf presenta per la prima volta alcuni manufatti originali in legno, finora mai esposti causa l’estrema fragilità, che saranno poi rimessi in sicurezza in attesa dell’auspicata musealizzazione. «Il progetto è nato per celebrare i 70 anni dalla fondazione dell’Iipp, che ha sede presso il Maf, e i 100 da quella dell’Università», afferma Revedin, già direttrice dell’Iipp e condirettrice insieme ad Aranguren dello scavo di Poggetti Vecchi. 

Bastone lavorato. Cortesia di Iipp

«Abbiamo quindi scelto un tema che dimostrasse l’importanza della preistoria come fonte di indicazioni utili anche per la situazione attuale, grazie allo studio dell’evoluzione del rapporto uomo-ambiente condotto attraverso piante, animali e clima. Oggi la caratteristica del cambiamento climatico è la rapidità, mentre in passato i tempi erano molto più lunghi, ma possiamo comunque trarre utili spunti che saranno al centro del convegno. La mostra si concentra sullo scavo di Poggetti Vecchi, sorta di nicchia ecologica frequentata dai neandertaliani probabilmente grazie al clima, reso più mite dalle tuttora esistenti risorgive termali calde. Abbiamo due date certe, 170mila e 171mila anni fa, corrispondenti a un periodo di crisi climatica, all’inizio della penultima glaciazione, che ha probabilmente motivato antichi pachidermi (Palaeoloxodon antiquus), simili agli elefanti africani ma alti 4 metri al garrese e con zanne dritte lunghe 3 metri, a rifugiarvisi per sfuggire ai rigori del nuovo clima». 

Fondamentale appare la presenza umana. «Le particolari condizioni del sito hanno permesso la conservazione di bastoni di legno, attualmente presso il nostro istituto, che costituiscono un unicum», continua Revedin. «Con la mostra vorremmo trasmettere la meraviglia che abbiamo provato prima trovando le pesantissime zanne, poi i fragilissimi bastoni. Non credevamo ai nostri occhi, non credevamo neanche che potesse essere davvero legno. È vero che esiste a Schöningen, in Germania, un collezione di lance di legno usate per la caccia al cavallo, ma i nostri sono bastoni da scavo, strumento primario tuttora usato da chi vive all’aperto per cercare funghi, scavare radici o difendersi dagli animali. Uno ha addirittura l’impugnatura consumata. Sono manufatti che dimostrano l’uso di tecnologie sostenibili, perché per lavorare il legno di bosso di cui sono fatti, il più duro d’Europa, i neandertaliani avevano solo utensili di pietra e hanno quindi imparato a utilizzare il fuoco per consumare il legno nei punti più difficili e creare una patina che lo rende resistente a batteri, muffe e funghi. Si tratta di un uso del fuoco molto sapiente, probabilmente dovuto anche all’avanzata del freddo, che dimostra quella capacità di adattamento che è caratteristica basilare dell’uomo. Gli animali infatti, nel nostro caso un’intera famiglia di 7 pachidermi i cui resti sono oggi conservati a Grosseto presso la Soprintendenza, non ce l’hanno fatta, morendo plausibilmente di stenti». 

Il sito di Poggetti Vecchi, in provincia di Grosseto. Cortesia di Iipp

Elena Franzoia, 22 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

A Firenze si torna indietro di 170mila anni | Elena Franzoia

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