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Kabir Jhala, Anny Shaw e Tim Schneider
Leggi i suoi articoliFrieze London, che si è svolta dall’11 al 15 ottobre, ha festeggiato i suoi vent’anni rivelando un nuovo andamento del mercato il cui attuale umore può essere riassunto dalle parole di Alex Logsdail, amministratore delegato della Lisson Gallery: «Non così male come tutti dicono, e non così bene come tutti dicono: dategli sei mesi». La galleria, una delle tante che hanno fatto uno sforzo concertato per presentare opere nuove in occasione dell’anniversario della fiera, ha presentato dipinti dell’artista americano Van Hanos. Il giorno dell’anteprima ne erano stati venduti già tre: due tele di dimensioni modeste per 22mila dollari ciascuna e una più grande, «Der Rosarote Panther» per 60mila dollari.
Anche da Thaddaeus Ropac sono stati allestiti pezzi freschi di «titani del mercato» come Georg Baselitz, ma anche di nomi più giovani come Zadie Xa, Mandy El-Sayegh, Megan Rooney e Alvaro Barrington. Tra le opere piazzate, il dipinto «Besuch in Dinard» (2023) di Baselitz è stato aggiudicato per 1,2 milioni di euro e quattro opere di El-Sayegh per 115mila dollari ciascuna.
Da Pace è stata invece un’artista della metà del secolo scorso, Louise Nevelson, con «Model for Celebration II» (1976), installata a Regent’s Park nell’ambito di Frieze Sculpture, a guidare le vendite del giorno della preview con un introito di 2 milioni di dollari. Tra gli altri affari si ricordano una scultura di Arlene Shechet, «Cousin» (2023), ceduta per 90mila dollari, e otto sculture della serie «Together», per 65mila dollari, a Frieze Masters.
Il maggior numero di scambi tra Frieze Masters e Frieze London si è dimostrato in linea con la tendenza generale delle gallerie più grandi che si affidano maggiormente al mercato secondario per «rimanere a galla». Thaddaeus Ropac ha affermato che le transazioni sul mercato secondario sono «assolutamente» aumentate negli ultimi due anni. Dello stesso pensiero è Samanthe Rubell, presidente di Pace. Iwan Wirth, presidente di Hauser & Wirth, ha dichiarato che «in questo momento vediamo i collezionisti più sofisticati concentrarsi maggiormente sul rapporto tra passato e presente».
Lo stand della galleria a Frieze London è stato dedicato a sculture recenti e opere su carta di Barbara Chase-Riboud, due delle quali, di quest’ultimo medium, sono state vendute per 120mila dollari, mentre quattro opere sono state cedute a Frieze Masters, tra cui una prima scultura in bronzo di Louise Bourgeois per 3 milioni di dollari.
L’orientamento verso nomi «collaudati» è giunto anche in un momento in cui i prezzi delle aste per gli artisti meno noti, e spesso molto giovani, si stanno raffreddando dopo un’ascesa fulminea negli ultimi cinque anni. Ciò è parso evidente durante l’asta settembrina «New Now» di Phillips a New York. Mentre nel 2022 Gagosian aveva dedicato l’intero stand della fiera alla trentenne Jadé Fadojutimi, quest’anno erano i 12 nuovi dipinti floreali di Damien Hirst a dominare il suo spazio con prezzi da 450mila a 1 milione di dollari, tutti venduti nel giorno dell’anteprima.
Anche le gallerie più giovani, con programmazioni focalizzate sull’arte contemporanea, stanno cercando di entrare nel gioco del mercato secondario. Alex Vardaxoglou, la cui omonima galleria partecipa per la prima volta a Frieze London, ha appena firmato la sua prima proprietà, quella di Robyn Denny. Quella che può essere vista come una «ritirata verso il conosciuto», secondo la gallerista Phillida Reid è una tendenza che si sta sviluppando da anni: «I prezzi sono diventati troppo alti in alcune gallerie e c’è sicuramente una variazione di rotta», ha dichiarato.

I dipinti di Vanessa Raw erano in mostra nella sezione «Artist to Artist», nell’edizione 2023 della fiera londinese Frieze. Foto: © David Owen
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