Margherita Fochessati
Leggi i suoi articoliChiuso da settembre 2021, il Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone venerdì 23 giugno riapre al pubblico e alla cittadinanza nella sua veste rinnovata. I lavori di adeguamento strutturale e impiantistico, realizzati con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, hanno consentito il recupero della grande terrazza panoramica del Museo, progettato negli anni Cinquanta dall’architetto Mario Labò, all’interno del parco storico di Villetta Di Negro, per accogliere la collezione di arte giapponese che l’artista e incisore genovese Edoardo Chiossone aveva raccolto durante il suo lungo soggiorno in Giappone alla fine del XIX secolo.
Il percorso permanente, ora rinnovato ma fedele all’ordinamento storico, propone una selezione delle diverse categorie artistiche collezionate da Chiossone, in prevalenza capolavori della tradizione artistica giapponese, in cui figurano però anche opere e manufatti cinesi e del sud est asiatico: sculture buddhiste, armi e armature da samurai, maschere teatrali, oltre che reperti archeologici, porcellane, lacche e smalti, allestiti sui tre piani dell’edificio.
La raccolta di Chiossone viene presentata nuovamente ai visitatori in dialogo con la mostra «La Grande onda. L’importanza dell’acqua nella cultura giapponese», a cura di Aurora Canepari e sponsorizzata da Iren. La rassegna, visitabile fino al 24 settembre, indaga l’ambivalente rapporto instauratosi nei secoli tra il Giappone, territorio bagnato dal mare su tre lati, e l’acqua. Elemento vivifico e fondamentale, ma al contempo temibile minaccia quando si manifesta attraverso la potenza distruttrice dell’Oceano, nella cultura figurativa giapponese l’acqua è stata raffigurata in una varietà di soggetti fin dall’antichità.
In particolare, nella stampa xilografica di fine Ottocento l’elemento acqueo è stato rappresentato in un’ampia gamma di opere caratterizzate dall’impiego del Blu di Prussia, pigmento di tendenza all’epoca, di cui «La Grande Onda» di Hokusai rappresenta l’esempio più conosciuto. Attorno a questa celebre stampa, di cui il Museo Chiossone conserva un esemplare, si articola il percorso dell’esposizione temporanea: oltre sessanta stampe ukiyoe a tema acquatico, appartenenti al periodo Edo, di proprietà del museo, tra cui spiccano i paesaggi di Hiroshige e i soggetti fantastici di Kuniyoshi, poste a tessere un inedito confronto con due opere dell’artista contemporanea Oki Izumi che, interfacciandosi con la collezione genovese, si è interrogata sui significati dell’acqua donandovi forma nelle sue sculture in vetro.
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