Margherita Fochessati
Leggi i suoi articoliRisultato di un lungo lavoro di recupero e restauro, avviato l’11 novembre 2020 e appena concluso, il Monumento Fieschi è tornato visibile con un nuovo allestimento nel Museo Diocesano di Genova.
Realizzato tra il 1336 e il 1345 all’interno della Cattedrale di San Lorenzo per il cardinale Luca Fieschi da una équipe di scultori di formazione pisana, nel corso del Seicento il maestoso complesso funebre venne smontato e in parte (le sculture) inglobato nella Porta del Soccorso in Cattedrale, mentre le parti architettoniche, rinvenute alla fine del XIX secolo durante i restauri della chiesa, vennero trasferite nel Museo di Sant’Agostino; solo nel 1991 tutte le componenti dell’apparato monumentale furono riunite nel Museo Diocesano.
L’articolato progetto «Rinascita di un capolavoro», mirato a rappresentare in una chiave espositiva attendibile i 124 frammenti del monumento, si è articolato in una prima fase di smontaggio cui è seguito l’intervento conservativo, che ha consentito di individuare e proteggere le tracce di policromia ancora esistenti su alcune porzioni delle figure. Successivamente si è proceduto all’assemblaggio delle singole componenti architettoniche e in ultima istanza sono state realizzate le opere murarie per creare lo spazio espositivo. Ogni operazione è stata eseguita in sinergia tra l’Università di Genova, per quanto concerne l’indagine scientifica condotta da Clario Di Fabio e Francesca Girelli, lo Studio Gtrf Tortelli Frassoni, che ha progettato e diretto i lavori di allestimento, e i restauratori Iacco Morlotti e collaboratori.
Prendendo avvio da quelli che erano stati gli studi precedenti, il lavoro di recupero del complesso funerario si è concentrato, come chiarisce la direttrice del Museo Diocesano Paola Martini, sui possibili accorpamenti di ciascun frammento e sulla loro gerarchia compositiva, scegliendo dunque di non mostrare i 124 elementi marmorei in orizzontale, ma distribuendo la composizione in verticale su una parete alta 8,5 metri, evocandone l’originario sviluppo e favorendone la fruizione attraverso il punto di affaccio costituito da un ballatoio posto al livello intermedio che offre la possibilità di un’osservazione ravvicinata dei dettagli scultorei. Il completamento del progetto ha confermato, sottolinea Martini, quella che era stata l’ambizione iniziale di «presentare l’opera al visitatore senza una pretesa compositiva, impossibile per mancanza di dati storici oltre che di porzioni del monumento andate perdute o non ancora individuate, ma con la precisa volontà di compiere ulteriori passi avanti rispetto ai tentativi messi in atto nel passato».
Il progetto ha beneficiato del fattivo contributo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia, del Comune di Genova, del Museo di Sant’Agostino e ha inoltre visto il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e degli sponsor: Conferenza Episcopale Italiana con l’8xMille, Fondazione Conservatorio Fieschi, Coop Liguria, Aon S.p.A, Famiglia Perlenghini, Camera di Commercio di Genova e Fondazione Piaggio.
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