Daniela Ventrelli
Leggi i suoi articoliIl fascino del Parco Archeologico delle Mura Messapiche di Manduria è stato appena restituito alla città dopo un lungo intervento di restauro effettuato dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia, diretto dall’architetto Maria Piccarreta. Il progetto, finanziato per 2,2 milioni di euro nell’ambito del Pon Cultura e Sviluppo Fesr 2014-20, ha riacceso l’attenzione sull’antica città messapica teatro di importanti episodi della storia greca e romana.
Sotto le sue mura nel 338 a.C. muore Archidamo III, figlio di Agesilao II re di Sparta, chiamato invano da Taranto per conquistare la città, come racconta Plutarco nelle Vite parallele; da qui passerà il cartaginese più famoso della storia, Annibale, che la conquistò non facilmente nel 212 a.C.; qualche anno dopo, nel 209 a.C., soccomberà al potere di Roma per mano del console Quinto Fabio Massimo che ne fece ricco bottino e 3mila prigionieri. Plinio il Vecchio ricorderà Manduria nella sua Naturalis Historia per una sorgente d’acqua nascosta in una grotta di origine carsica, dal diametro di circa 18 metri, con un grande e suggestivo lucernario sulla sommità della volta. La popolarità di questo luogo, soprannominato Fonte Pliniano, crebbe notevolmente nei secoli diventando meta privilegiata di viaggiatori tra Sette e Ottocento, anche per queste acque a cui si attribuirono poteri magici e terapeutici.
Manduria è nota, oggi, principalmente per le sue mura megalitiche costruite tra il V e il III secolo a.C. I resti, articolati in triplice cerchia, sono ancora visibili insieme a quelli di una grande necropoli con tombe a fossa spesso di vaste dimensioni, coperte da lastroni in pietra. L’ultima cerchia inglobò la prima presumibilmente alla fine del III secolo a.C., ampliando il perimetro circoscritto a 3,3 km. Con i suoi 5 metri di spessore e 6-7 di altezza, preceduta da un fossato, è senza dubbio la più imponente. I lavori di restauro, integrando sapientemente patrimonio storico e paesaggistico, hanno restituito maggiore bellezza a questi luoghi attraverso percorsi di visita realizzati con sentieri di ghiaia stabilizzata, per garantire minimo impatto sul sostrato archeologico e totale reversibilità. L’essenziale profilo in corten, che segna il tracciato con una sorgente luminosa lineare, permette di effettuare suggestive visite notturne. Il cantiere, durato circa due anni, è stato vissuto come un momento di ricerca e sperimentazione delle potenzialità d’uso del parco attraverso eventi di valorizzazione realizzati nell’ambito del progetto «Extraordinaria», ideato dal Segretariato Regionale. Tra questi, si segnalano per originalità e successo mediatico i laboratori di comunità, il mandala ispirato alla fonte ipogea, opera del maestro ceramista grottagliese Antonio Vestita, e il romanzo Sotto il cielo dei Messapi, inedita opera letteraria commissionata da Maria Piccarreta (in distribuzione gratuita) allo scrittore manduriano Omar Di Monopoli.
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