Fiorella Fiore
Leggi i suoi articoliLa Fondazione SoutHeritage celebra i 70 anni del borgo materano «La Martella», caso studio dell’urbanistica internazionale, ideato da Adriano Olivetti quando era Presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e di Vicepresidente dell’Unrra-Casas e progettato dall’architetto Ludovico Quaroni, con il ricco programma di ricerca «Un territorio esposto-La Martella effect», redatto da Angelo Bianco Chiaromonte con il coordinamento di Roberto Martino e Francesca De Michele e in collaborazione il Progetto Cerca dell’Associazione Amici del Borgo de «La Martella» di Matera.
Giornate studio, workshop e mostre diventano uno strumento per riflettere sulla complessità della visione intellettuale legata alla comunità, allo spazio urbano, e all’impegno civile di Adriano Olivetti e approfondire la conoscenza di un luogo che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, durante lo svuotamento del Rione Sassi, divenne un importante laboratorio di elaborazione teorica e di sperimentazione urbana interdisciplinare.
Primo appuntamento l’inaugurazione, sabato 11 novembre, dell’installazione urbana «Abitare è essere ovunque a casa propria» dell’artista, architetto e designer Ugo La Pietra (Bussi sul Tirino, Pe, 1938; vive a Milano), in collaborazione con l’Archivio Ugo La Pietra e il Comune di Matera. Una riproposizione in situ dell’opera del 1973 allestita a Milano, pensata per questo spazio della città di Matera.
«Abbiamo invitato Ugo La Pietra a re-interpretare il contesto architettonico del borgo La Martella, un monumento del Moderno, per veicolare l’opportunità di inquadrare il territorio in modo nuovo e spostarne la percezione in modo evocativo, mettendo in mostra un’intera città immaginata e concretizzata come esperimento urbanistico volto a delineare scenari prospettici per l’evoluzione stessa del concetto di città. Una topologia come opera dunque, rappresentativa di quell’ampio panorama di patrimoni italiani in cui i luoghi della vita quotidiana finiscono spesso per essere anche luoghi dell’arte, data l’alta sedimentazione artistico-territoriale presente nel nostro Paese», spiega Angelo Bianco Chiaromonte.
Per tutto il periodo in cui sarà possibile vedere l’opera, fino al 20 gennaio 2024, si svolgeranno gli appuntamenti di approfondimento sul tema attraverso le diverse chiavi di lettura degli architetti Cristina Amenta e Mauro Saito, la progettista culturale Susanna Ravelli, l’artista Ferdinando Mazzitelli, l’antropologo Giuseppe Melillo, il manager culturale Emmanuele Curti e l’urbanista Rossella Nicoletti.
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