Il Castello di Miramare

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Il Castello di Miramare

A Miramare lo scettro dell’imperatrice e la scienza dell’imperatore

Mostre, ricorrenze, restauri e progetti di riqualificazione nel complesso del Castello, Parco e Museo triestino

Nel Museo Storico e Parco del Castello di Miramare, museo autonomo statale del MiC, è possibile ammirare fino al 30 giugno un prezioso manufatto in filigrana d’oro, diamanti, smeraldi e rubini, del quale si erano perse le tracce. È esposto nella Sala del trono, il salottino orientale aperto per la prima volta al pubblico per l’occasione dopo i lavori di restauro, ed è «Lo scettro dell’imperatrice», ovvero Carlotta del Belgio (1840-1927), che, dopo essere andata in sposa a Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, diventò arciduchessa d’Austria e imperatrice del Messico. «Sono passati 160 anni dalla partenza della coppia arciducale dal porticciolo del Castello di Miramare verso il Messico», ricorda la direttrice Andreina Contessa, spiegando la ricorrenza che riporta lo scettro nella sua Trieste, dove l’imperatrice e arciduchessa visse per diversi anni. «Rimasto per decenni nella collezione privata degli eredi di Adrien Goffinet, figura importante per i servigi resi alla casata reale belga, e per la curatela dell’ingente patrimonio personale della giovane imperatrice, l’oggetto è ritornato alla luce grazie a un’asta pubblica e al lungimirante acquisto da parte della Fondazione CRTrieste, cui siamo grati per l’acquisizione. La concessione in comodato, prosegue Contessa, comporta un arricchimento della collezione del Museo Storico e un passo ulteriore nella conoscenza della figura di Carlotta, della quale così poco ancora sappiamo». 

Un motivo in più per visitare il castello, museo e parco lambito dal mare sull’estremità del promontorio di Grignano. Costruito tra il 1856 e il 1860 per volontà dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo, come dimora privata per sé e per la sua consorte, la principessa Carlotta del Belgio, il castello è una sintesi tra arte e natura. Lo sguardo alla natura permea gli spazi interni, con le sale, gli arredi, gli oggetti e le opere d’arte, ed esterni, con una rigogliosa vegetazione, fontane, laghetti e sculture, ma la natura è anche al centro di mostre temporanee e vari progetti di riqualificazione. Esteso per 22 ettari, il Parco di Miramare fu realizzato trasformando una landa carsica, quasi del tutto priva di vegetazione, in un rigoglioso giardino disseminato di essenze arboree e arbustive di origine, per gran parte, extraeuropea. 

Nel 2023 il Parco storico ha registrato un’affluenza record di visitatori, con oltre un milione di accessi. Un risultato che è stato possibile ottenere grazie anche a una serie di interventi, in parte conclusi e in parte ancora in corso. Per esempio sono appena state riaperte le serre storiche, restituite all’antica funzione di vivaio per il parco, ma anche a nuovo spazio adibito all’allestimento di esposizioni temporanee, fruibili in gran parte dall’esterno attraverso le vetrate. Sempre nel parco, entro l’autunno, verranno conclusi i restauri del piccolo rudere ottocentesco dedicato a San Canciano con ricomposizione dell’area limitrofa, e verrà inoltre rinnovato e destinato a nuova funzione d’uso lo chalet svizzero. A conclusione della serie di interventi che hanno portato a una globale riqualificazione dell’intera area del parco, sarà avviata il prossimo autunno la sistemazione del parterre del Castelletto. Il Castelletto, residenza saltuaria di Massimiliano e Carlotta durante l’edificazione del Castello di cui riproduce in scala ridotta le fattezze, invece, è stato recentemente restaurato e aperto al pubblico. Saranno messe a dimora specie a basso consumo d’acqua, in linea con la scelta di sostenibilità già intrapresa negli altri interventi, e bulbose, per avere diversi scenari di fioritura e valorizzare il corbezzolo monumentale del parco. 

È in corso anche un progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’antica strada carrozzabile del parco del Castello di Miramare, con un pacchetto di lavori che comprendono il restauro strutturale delle gallerie e il restauro botanico dell’area, resi possibili grazie a un finanziamento proveniente dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU. L’antica strada carrozzabile, alla fine dei lavori, rivivrà la sua originaria e storica funzione di collegamento tra il Parco e il Castello e la vecchia stazione ferroviaria di Miramare, come racconta il sito dedicato al progetto. 

Altri interventi, fondamentali per la conservazione del patrimonio vegetale, includono il censimento digitale del patrimonio arboreo e la stazione meteorologica che consentirà di perseguire i principi di economicità e sostenibilità ambientale. 

Al giardino storico fino al 16 giugno è dedicata la mostra «Kosmos», ispirata all’omonimo testo di Alexander von Humboldt, nel quale l’autore fa riferimento a tutte le scoperte scientifiche note all’epoca e alla formulazione della teoria che vuole tutte le cose collegate tra loro, un concetto che anticipa la moderna ecologia. Il titolo completo della mostra, «Kosmos. Il veliero della conoscenza», rimanda all’idea del viaggio come elemento necessario per scoprire il mondo: «Ogni iniziativa e desiderio di scoperta nasce da una necessità innata di conoscenza che l’uomo ha. Per scoprire il mondo bisogna intraprendere un viaggio e questo percorso porta ad altre domande e inevitabilmente ad altre culture», si legge nel volume. Oltre alla metafora del viaggio, il percorso espositivo si basa su un riferimento preciso: negli anni in cui Massimiliano costruiva il Castello di Miramare e definiva la collezione botanica del suo grande giardino, egli promuoveva convintamente la scienza supportando una rete di conoscenze e di contatti tra gli studiosi del tempo e dando vita a un progetto di spedizione su scala planetaria con scopi scientifici e diplomatici.

L’obiettivo di dare un contributo sostanziale alle scienze naturali attraverso la raccolta di osservazioni, misurazioni, dati e reperti da destinare alle accademie scientifiche imperiali prese forma nel viaggio della fregata «Novara», salpata da Trieste nel 1897 per percorrere 51.856 miglia marine con 22 tappe in cinque continenti. Nella mostra, che evoca la nascita della moderna concezione della scienza ed è curata da Andreina Contessa e dall’Ufficio mostre del Museo (Alice Cavinato, Fabio Tonzar e Daniela Crasso), sono esposti oltre 150 tra reperti naturalistici, oggetti etnografici, strumenti storici di navigazione e rilevamento dati, utensili scientifici, fotografie, libri antichi e dipinti.

Mariella Rossi, 31 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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