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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliIn uno scenario che mostra il mercato dell'arte in apnea, Jean-Michel Basquiat è un'oasi dove prendere una boccata d'ossigeno. Il writer americano è tra i "go to guy" del sistema - termine che in ambito sportivo, ma non solo, indica una persona o una cosa su cui si può fare affidamento o a cui ci si rivolge regolarmente in una situazione di difficoltà. Quello che può risolvere la questione, insomma. E se un solo artista non può riportare il mercato ai fasti del 2022, di certo può dare qualche certezza alle case d'asta.
Così Sotheby's ha inserito una rara opera del writer americano nel catalogo della Now and Contemporary Evening Auction, in programma il 15 maggio 2025, a New York. «Untitled», stimata tra i 10 e i 15 milioni di dollari, è rimasta nella stessa collezione privata dal 1989 e non è stata praticamente mai vista dal pubblico per oltre trent'anni. Realizzata nel 1981, l'opera, larga più di un metro e mezzo, risale a un momento cruciale nella carriera di Basquiat, al tempo ventenne, quando riuscì a compiere il passaggio da artista di strada ad autore mainstream.
Nelle parole di Jeffery Deitch, rappresentò «l'anno di transizione tra la strada e lo studio. All'inizio del 1981 dipingeva principalmente su finestre, porte e pezzi di legno e metallo scartati che trovava per strada e disegnava su risme di carta da macchina da scrivere. Alla fine del 1981 si era installato in uno spazioso studio nel seminterrato della galleria di Annina Nosei in Prince Street e lavorava su tele vere e proprie». Nei sette anni successivi, fino alla prematura morte nel 1988, Basquiat raggiunse i vertici del sistema artistico, tanto che di lui il collega e amico Fab 5 Freddy, pioniere dell'hip-hop, disse: «Jean-Michel ha vissuto come una fiamma. Ha bruciato davvero intensamente. Poi il fuoco si è spento. Ma le braci sono ancora calde».
E le fiamme più intense sono quelle che hanno bruciato nel periodo d'oro tra il 1981 e il 1983, con nove dei suoi dieci migliori risultati d'asta legati a dipinti realizzati proprio in quegli anni, con l'apice raggiunto da Sotheby's New York nel maggio 2017 (110,5 milioni di dollari). Obiettivo non facilmente raggiungibile dall'«Untitled» in vendita tra qualche settimana, il quale rimane però uno dei pezzi forti di questi incanti primaverili.
L'opera, come accade spesso nella sua produzione, assume toni quasi profetici attraverso la rappresentazione di una figura che è allo stesso tempo autoreferenziale e allusiva a un passato mitico e leggendario, a cui l'artista cerca di legare la sua immagine. Con le sue dita artigliate, la figura solitaria ricorda le raffigurazioni azteche di Quetzalcoatl, il dio serpente piumato della creazione e della conoscenza, mentre il braccio teso riecheggia compositivamente la postura di Dio nella «Creazione di Adamo» di Michelangelo. Entrambe rappresentazioni simboliche dell'origine dell'umanità. Strati frenetici color smeraldo, vermiglio e turchese esplodono come fiamme e piume, delineando un caleidoscopio di colori che splendono sul campo avorio della tela di Basquiat. Attorno al personaggio simboli, lettere, strumenti scientifici come misuratori e compassi ruotano attorno ad esso. Una figura in trasformazione, sulla soglia della via che la condurrà al successo.
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