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Citi Global Headquarters a New York

© citigroup.com

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Citi Global Headquarters a New York

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A New York è stata presentata la nona edizione del Deloitte Art & Finance report 2025

Si è tenuta il 4 novembre la Deloitte Private Art & Finance Conference 2025, imprescindibile occasione di confronto per valutare lo stato di salute dell’attuale ecosistema dell’arte ed elaborare nuove strategie per le sfide di domani

Antonio Mirabelli

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Lo scorso 4 novembre si è tenuta presso il Citi Global Headquarters di New York la diciassettesima edizione della Deloitte Private Art & Finance Conference. Non a caso la scelta della sede per lo svolgimento dell’evento è ricaduta su Citi, colosso americano afferente all’area bancaria, investimento, wealth management e servizi assicurativi. Molti degli speaker intervenuti nella ricca agenda che ha caratterizzato la conferenza, infatti, provenivano da Citi ed hanno portato la loro esperienza circa lo sviluppo di nuove prospettive sul rapporto finanza e arte, in una discussione aperta in merito a come poter combinare al meglio questi due aspetti.

Oltre agli eccellenti rappresentanti di Citi, la platea di interventori è stata di altissimo profilo, tutti provenienti da diversi settori e aziende. Giusto per fare qualche nome: Sayuri Ganepola (Global Managing Director da Christie’s Art Finance), Jeffrey E. Horvitz (CEO di Moreland Wealth Services Corporation e Agate Fund Management), Iris Handke (Chief Underwriting Officer & International Business Development Manager di ARTE Generali) e Laura Callanan (Founding Partner di Upstart Co-Lab). Ognuno di essi ha mostrato in modo plastico le differenti anime dell’ecosistema Art & Finance nelle diverse parti del globo, ribadendo costantemente quell’approccio olistico che è la forza del sistema stesso. Al timone della conferenza, diluita in slot orari dalle 9 alle 18 EST per quattro dettagliati panel, c’era Adriano Picinati di Torcello (Global Art & Finance Coordinator di Deloitte Luxembourg) il quale insieme ad Anders Petterson (Founder di ArtTactic) ha presentato, in apertura dei lavori in prima mattina, la nona edizione del Deloitte Art & Finance Report 2025, redatto in collaborazione con ArtTactic.

Il report viene pubblicato con cadenza biennale, per cui, dopo l’ottava edizione del 2023, quest’anno era il momento di introdurre la nona edizione. Pur se sommariamente, vista la fitta mole del report di oltre 500 pagine per sette sezioni, Adriano Picinati di Torcello e Anders Petterson hanno illustrato i punti principali della ricerca la quale, anzitutto, pone l’accento sulla crescita dell’investimento sui Luxury Collectibles passati dal 12% del 2019 al 20% del 2025. Nonostante il mercato di alta fascia si sia caratterizzato per una certa stagnazione, il mercato medio, al contrario, si è mostrato vivace, generando oltre 1 miliardo di dollari di vendite nel 2024 e rappresentando quasi un terzo di tutti i lotti venduti. A differenza, dunque, dalle vendite milionarie esposte alle recenti crisi del settore, il mercato medio si è dimostrato più resiliente e diversificato, offrendo un punto di ingresso naturale per i collezionisti nuovi e più giovani. 

Le pagine del report illustrano, inoltre, il massiccio lavoro eseguito attraverso le survey alle quali hanno partecipato oltre duecento professionisti dell'arte e più di cento collezionisti. Tutti i soggetti intervistati, provenienti da Europa, Stati Uniti, Medioriente, America Latina e Asia, hanno fornito approfondimenti su come l'arte sia sempre più intesa come asset class nella gestione patrimoniale e diversificazione del portafoglio. Un focus specifico viene dedicato dal report al ruolo dei Family Office e all’implementazione globale dei servizi offerti e relativi alla protezione delle collezioni di famiglia: come custodirle e tramandarle anche per le generazioni prossime, la cosiddetta la NextGen. Rispetto alle sfide tecnologiche come quella dell’AI, lo studio analizza l’impatto dell’Intelligenza Artificiale in merito ai nuovi modelli di investimento e alle opportunità attuali e future. C’è spazio anche per la filantropia, specialmente rispetto alle nuove forme di implementazione della creativity economy e della finanza innovativa, alle creativity industries ed ai nuovi modelli di finanziamento da parte di attori pubblici e privati.

Dopo la presentazione del report, ora aperto al download accedendo al sito di Deloitte, si è dato il via ai lavori con primo panel di discussione The Future of Art Secured Lending: Key trends in cui si è esplorato nel dettaglio l’art lending come strumento finanziario, utilizzato per sbloccare operazioni di credito, agevolare flussi di liquidità e rendere le opere d’arte, di un certo tipo e corredate da una certa due diligence, veri e propri mezzi finanziari. Nel secondo panel Art Investment: Is art a viable investment vehicle?  ci si è concentrati sull’analisi della fisionomia dell’investimento in arte, tra la natura intrinseca del bene, quale veicolo di cultura e sensibilità estetica, e aspetti più marcatamente economici e di ritorno sull’investimento. Fine art wealth transfer & next-gen considerations, terzo panel di discussione, ha posto l’accento sulla NextGen e su quanto questa sia oggi sensibile ai temi ESG, senza trascurare il cruciale passaggio generazionale del patrimonio dai collezionisti di oggi a quelli di domani e su come questi ultimi possano gestire quanto ereditato, evitando il rischio della dispersione. In questo contesto si è inserito anche il ruolo svolto dai Family Office.  

In chiusura, il quarto panel Reimagining art philanthropy, social impact measurement, and the next generation, ha marcato il focus sugli strumenti di intervento filantropico, senza mancare di considerare come l’impatto della cultura in ambito sociale, da parte di soggetti pubblici e privati, possa essere concretamente misurato in termini di benefici per la collettività.  Come di consueto, la Deloitte Private Art & Finance Conference offre una visione completa e multisfaccettata del complesso ecosistema arte sotto diversi e variegati profili, soprattutto grazie alle voci internazionali e autorevoli invitate a partecipare e intente discutere di argomenti che, si, guardano al futuro, ma che non dimenticano i passi già fatti, perché per arrivare dove si è oggi, una lunga strada è stata già percorsa.

 

Antonio Mirabelli, 08 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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