Gianfranco Baruchello, «Rilievo ideale», 1965 (particolare)

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Gianfranco Baruchello, «Rilievo ideale», 1965 (particolare)

A Roma un convegno e una mostra per il centenario di Baruchello

Due appuntamenti, all’Accademia Nazionale dei Lincei e nella Villa Farnesina, ripercorrono la complessità dell’indagine dell’artista concettuale

Le celebrazioni del centenario della nascita di Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924-Roma, 2023) proseguono con due iniziative che si svolgono a Roma.

Oggi e domani (23 e venerdì 24 gennaio) all’Accademia Nazionale dei Lincei (Palazzo Corsini, via della Lungara 10) si tiene il Convegno internazionale di studi «Il possibile: istruzioni per l’uso. Studi sull’opera di Gianfranco Baruchello», promosso dall’Accademia Nazionale dei Lincei, in collaborazione con Bibliotheca Hertziana-Istituto Max Planck per la storia dell’arte, Sapienza, Università di Roma e Fondazione Baruchello. A cura di Carla Subrizi e un comitato scientifico composto da Roberto Antonelli, Lina Bolzoni, Piero Boitani, Carla Subrizi, Claudio Zambianchi e Alessandro Zuccari, il convegno coinvolge studiosi, curatori, direttori di musei italiani e internazionali, e intende ripercorrere gli aspetti fondamentali dell’opera dell’artista nel contesto italiano e internazionale per far emergere, attraverso nuove ricerche realizzate presso gli archivi della Fondazione e altri archivi e biblioteche italiani, europei e internazionali, i caratteri peculiari del suo lavoro e la complessità della sua indagine. 

Il secondo appuntamento è la mostra «Gianfranco Baruchello. Mondi impossibili», che l’Accademia Nazionale dei Lincei e la Fondazione Baruchello presentano a Villa Farnesina (via della Lungara 230) dal 25 gennaio al 3 maggio. In un percorso che si snoda tra gli spazi interni ed esterni della Villa, la mostra propone un dialogo a distanza tra storia, iconografie e immaginari appartenenti a epoche differenti attraverso otto grandi opere che, rappresentative della molteplicità dei media utilizzati dall’artista (pittura, oggetto, installazione e immagine in movimento), toccano i temi continuamente da lui indagati e ugualmente presenti nei cicli di affreschi della villa rinascimentale: la storia, l’inconscio, il sogno e l’ambiente.

E così la ninfa «Galatea» di ovidiana memoria, che Raffaello ha affrescato nella Loggia omonima nel 1512 ca, trova dinanzi a sé il lungo (15 metri) tragitto tortuoso e pieno di ostacoli de «Il Fiume» (1982-83), un’opera in cui Baruchello si autoritrae scoprendo la difficoltà a fluire e a essere quel che dovrebbe, a causa di alterazioni degli equilibri sia naturali (ambientali, geografici, sociali) sia dell’esperienza vissuta. 

Altri dialoghi a distanza con gli ambienti della Villa Farnesina sono quelli instaurati da «La casa in fil di ferro» (1975) nella Sala del Fregio, «Monumento ai non eroi» (1962) nella Sala delle Nozze di Alessandro Magno e Rossane; «Rilievo ideale» (1965) nella Sala 5 che innesta riflessioni sulla cartografia di un territorio attraverso una geografia «sensibile», «Oh, Rocky Mountains Columbine» (1966) nella Saletta pompeiana, «Murmur» (2015) nella Loggia di Amore e Psiche e «Giftpflanzen, Gefahr! (Piante velenose, pericolo!» (2009) nei giardini storici della Villa.

Gianfranco Baruchello, «Il Fiume», 1982-83

Gianfranco Baruchello, «La casa in fil di ferro», 1975

Redazione, 23 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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