La collaborazione tra Fondazione Crc e Intesa Sanpaolo, grazie alla quale sono state allestite a Cuneo «I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese» (2022) e «Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto» (2023), mostre apprezzate e visitate da più di 54mila persone, arriva alla terza tappa. Dal 30 novembre il Complesso Monumentale di San Francesco ospiterà «Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica», a cura di Paola Nicita e Yuri Primarosa, realizzata in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e con il supporto organizzativo di MondoMostre.
Negli ampi spazi dell’ex chiesa conventuale adiacente al Museo Civico della città, riaperta al pubblico nel 2011 dopo un ampio intervento di restauro e rigenerazione sostenuto da Fondazione Crc, sarà dunque possibile ammirare dodici capolavori provenienti dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica che offrono un inedito spaccato sugli scenari urbani di Roma e Venezia nel Settecento attraverso le opere di tre protagonisti della veduta, Giovanni Antonio Canaletto, Gaspar Van Wittel e Bernardo Bellotto, alle quali si aggiungono due tele di Giovanni Paolo Pannini.
All’epoca del Grand Tour, Roma e Venezia erano le tappe clou che i maestri del vedutismo furono capaci di immortalare, reinventare e far rivivere sulle proprie tele. Spaziando dalla pittura di teatro al capriccio archeologico alla veduta topografica, Canaletto, Van Wittel e Bellotto mettono in scena la Venezia contemporanea accanto a quella antica. Di Canaletto, innovatore del genere, sono esposte quattro opere: dipinti come «Veduta di Venezia con la Piazzetta» (1741 ca) e «Veduta di Venezia con il Ponte di Rialto» (1735-40 ca), in cui il pittore coniuga magistralmente nitida capacità descrittiva e sensibilità atmosferica suggestiva, offrono immagini memorabili della città.
La Roma barocca e settecentesca è al centro delle cinque vedute di Gaspar Van Wittel, artista d’origini olandesi attivo tra Sei e Settecento. Pittore di tecnica raffinata, noto per il sapiente utilizzo dell’ottica, Van Wittel realizza grandi composizioni architettoniche a volo d’uccello animate da figure in movimento di cui sono ottimo esempio «Veduta di Roma dalla piazza del Quirinale» (1684) e «Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo» (1683). Van Wittel contribuirà a trasformare il genere della veduta, aprendo la strada a generazioni di artisti. La Città Eterna è protagonista anche di due opere del piacentino Giovanni Paolo Pannini, che interpreta la straordinarietà di Roma attraverso composizioni di rovine immerse in un contesto naturalistico e combinate in maniera fantasiosa.
Bernardo Bellotto, infine, raccoglie l’eredità di Canaletto (di cui era allievo e nipote), estendendola oltre i confini della Penisola. In mostra per l’occasione «La Piazza del Mercato della città nuova di Dresda» (1747 ca), dove l’artista traspone agli scenari urbani della capitale della Sassonia i modi impiegati per rappresentare Venezia.
Commendabile, in un’urgente ottica di sostenibilità, la scelta di basare il progetto di allestimento della nuova mostra sul riciclo di gran parte delle strutture utilizzate per le precedenti. Fino al 30 marzo 2025, durante tutto il periodo di apertura dell’esposizione (che aderisce anche al progetto del museo romano «Le Gallerie Nazionali nel mondo») è previsto un ricco programma di eventi collaterali, laboratori e visite guidate per il pubblico e per le scuole a cura di Felìz Comunicazione.