Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

L’altare di Luca Maria Cristini nella Chiesa di San Giuseppe a San Severino Marche

Foto Studio Hexagon Group

Image

L’altare di Luca Maria Cristini nella Chiesa di San Giuseppe a San Severino Marche

Foto Studio Hexagon Group

A San Severino Marche un «rigatino» contemporaneo al posto dell’altare barocco distrutto

Nella Chiesa di San Giuseppe una sagoma in legno dalle forme essenziali richiama l’opera divorata da un incendio nel 2009

Stefano Miliani

Leggi i suoi articoli

A Sanseverino Marche (Mc) il 15 giugno la Diocesi di Camerino e Sanseverino riapre dopo anni la piccola chiesa secentesca e settecentesca di San Giuseppe. Spicca una novità sulla parete destra: l’altare barocco distrutto il 31 dicembre 2009 da un incendio scatenato da un corto circuito viene riproposto attraverso una sagoma in legno dalle forme essenziali realizzata su una struttura in acciaio «per quanto possibile non visibile» (foto dello Studio Hexagon Group). L’architetto settempedano Luca Maria Cristini firma il progetto e spiega al «Giornale dell’Arte»: «Il focus è il restauro dell’equilibrio spaziale. Abbiamo usato materiali dichiaratamente contemporanei, abbiamo ripreso la sagoma e il volume adottando una sorta di “rigatino” come nel restauro dei quadri e secondo i dettami di Cesare Brandi: ripristiniamo le forme, da lontano si percepisce una visione unitaria, ma si denuncia che l’altare non c’è più. Non è la formula “com’era, dov’era”»

Il legno è un multistrato di betulla. San Giuseppe, nella parte bassa di Sanseverino, ha un migliaio di metri quadrati di superficie decorata. La chiesa era chiusa perché danneggiata dal terremoto del 1997; nel 2013 erano partiti i lavori, ma il sisma del 2016 danneggiò il cantiere e il campanile fino ad allora intatto. I nuovi restauri sono iniziati nel 2021.«L’altare è costato circa 75mila euro. Nella nicchia la scultura della Madonna in gesso dei primi del ‘900, sopravvissuta all’incendio e all’acqua dei pompieri, resta ma dietro, non più visibile», dice ancora l’architetto. La sostituisce, in vista, una pala d’altare dalla sagrestia restaurata nei laboratori dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e dipinta dal fiammingo Ernst van Schayck.

 


 

Stefano Miliani, 03 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nel Palazzo ducale Orsini-Colonna, a Tagliacozzo, la rassegna «Contemporanea 25» rende omaggio alle due artiste che, nonostante generazioni e linguaggi diversi, hanno un legame con la regione del centro Italia

Per la crescita economica e identitaria in una regione dalla straordinaria varietà paesaggistica servono priorità chiare: industria culturale e creativa, innovazione tecnologica e architettura contemporanea possono guidare sviluppo e turismo sostenibili e ripopolare i piccoli paesi. Ce ne parla l’esperto Pierluigi Sacco

Rientrata dalla Libia, Oliva Menozzi dell’Università di Chieti-Pescara ci racconta gli ultimi ritrovamenti dello scavo nella necropoli settentrionale dell’antica città, indagata notte e giorno per non lasciare incustoditi i reperti

Il duo toscano Imaginarium Studio (Francesca Pasquinucci e Davide Giannoni) partecipa al festival di Chicago «Art on the Mart» con una visionaria performance multimediale che invita a riflettere sui llimiti ecologici ed esistenziali del pianeta

A San Severino Marche un «rigatino» contemporaneo al posto dell’altare barocco distrutto | Stefano Miliani

A San Severino Marche un «rigatino» contemporaneo al posto dell’altare barocco distrutto | Stefano Miliani