Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

La maestosa facciata finestrata del Teatro romano, un muro alto 22 metri che svetta sopra i tetti del centro storico della città

Image

La maestosa facciata finestrata del Teatro romano, un muro alto 22 metri che svetta sopra i tetti del centro storico della città

Ad Aosta 2.050 anni di storia, megalitica e romana

Colonia romana fondata nel 25 a.C. per volontà di Augusto con il nome di Augusta Praetoria Salassorum, la città conserva importanti monumenti romani. Ma anche il più grande sito megalitico d’Europa, con il grandioso MegaMuseo

Laura Giuliani

Leggi i suoi articoli

Aosta compie 2.050 anni e i magnifici edifici di Augusta Praetoria Salassorum sono ancora oggi il segno indiscusso del prestigio della colonia romana fondata nel 25 a.C. per volontà di Augusto con l’apporto di 3mila famiglie di pretoriani e un forte nucleo proveniente dall’area centro-italica e campana (per il ricco calendario di eventi consultare il sito web). La città era di dimensioni notevoli e nello spazio urbano suddiviso in isolati regolari e ortogonali ritroviamo una solida cinta muraria, il quartiere degli spettacoli con il teatro e l’anfiteatro, una zona di rappresentanza monumentale con foro e templi (la Basilica non è ancora stata rinvenuta) e una zona destinata ad abitazioni e botteghe. Città di frontiera, fu voluta da Augusto anche come strumento di propaganda nei confronti delle popolazioni alpine sottomesse per il controllo dei valichi e lo sfruttamento delle risorse minerarie e naturali della Gallia cisalpina. Una conquista che per i legionari romani, che non conoscevano il territorio, si rivelò molto faticosa e che si concluse con la sconfitta dei Salassi ad opera di Licinio Murena: sterminati e deportati a Ivrea nel 25 a.C. secondo gli autori antichi, inseriti a pieno titolo nella società romana anche con incarichi importanti stando alle fonti epigrafiche (e in linea con la politica di accoglienza e integrazione dei Romani). Dagli anni 2000 Aosta sta vivendo una felice rinascita: se fino ad allora era soprattutto meta per gli amanti dello sport che in città si recavano prevalentemente per la spesa e lo shopping, oggi il grazioso e godibilissimo centro storico è in grado di attrarre un grande numero di visitatori interessati al ricchissimo patrimonio culturale.

Prima di addentrarci nell’Aosta romana, conviene fare tappa all’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans dove si trova il grandioso MegaMuseo, di nome e di fatto. Non troppo distante dal centro storico, è raggiungibile in pochi minuti in auto, contro i trenta da percorrere a piedi. Qui, all’interno di un moderno edificio, vi sono racchiusi i resti del più grande sito megalitico d’Europa. Non solo. Vi è un ricchissimo deposito stratificato con testimonianze di ogni tipo e di ogni epoca, dalla fine del Neolitico all’epoca medievale e moderna passando dall’età del Rame, del Bronzo, del Ferro e romana. Un viaggio nel tempo in cui scorrono solchi di aratura, allineamenti di pali e buche, stele antropomorfe e dolmen fino ad arrivare ai materiali di età romana nelle sale di recente allestimento. Per l’occasione vale la pena visitare all’interno del museo la piccola mostra «Aosta e Pompei. Riflessi della Concordia augustea alle origini dell’Impero» (fino al 28 settembre, catalogo Franco Cosimo Panini), uno dei tanti eventi organizzati per l’anniversario della città, utile per comprenderne lo sviluppo e il progetto di unificazione e pace augustea che interessò tutta la penisola a seguito della fine della guerra. Ed è per questo che il percorso ruota attorno al confronto tra due realtà geograficamente molto distanti, Aosta e Pompei, accomunate però dal medesimo progetto politico e di coesione sociale. In testa al percorso il rilievo del «Trofeo delle Alpi» (La Turbie, Francia) che reca sul basamento i nomi di tutte le popolazioni alpine sconfitte da Augusto, mentre sono tutti inediti i reperti aostani provenienti dai depositi. Tantissimi i materiali dai siti d’alta quota, da postazioni militari ubicate tra i 2.200 e i 2.400 metri, come ghiande missili di piombo, fibule dell’abbigliamento in bronzo di tradizione romana associate a fibule in ferro più semplici di tradizione indigena. Tra i capolavori pompeiani è da segnalare la statua della dea Concordia Augusta in marmo pentelico che arriva dal cosiddetto Portico di Eumachia, conservata al Mann di Napoli. Altri reperti arrivano da Aquileia, Ercolano e dai monumenti di Augusta Praetoria come il blocco angolare inglobato nella Torre dei Balivi (in mostra c’è una copia) o il cosiddetto orecchio in bronzo di Augusto a grandezza naturale: proviene dalla piazza del Foro e chissà se davvero appartiene alla statua dell’imperatore famoso per le sue orecchie a sventola.

L’Arco di Augusto. Photo: Enrico Romanzi

Una volta lasciato il MegaMuseo, ci dirigiamo verso il centro di Aosta dove ad accoglierci all’ingresso è l’imponente Arco di Augusto edificato nel 25 a.C. a ricordo della vittoria sui Salassi. Il monumento onorario è in restauro dal maggio scorso e sarà «spacchettato» solo a fine ottobre quando finalmente potrà rivelare tutta la sua superba bellezza dopo le operazioni di pulitura. Oltre a segnare l’ingresso alla città, l’Arco segnava quello che i Romani chiamavano «pomerium», quel confine sacro e inviolabile che delimitava lo spazio lungo le mura, che ad Aosta sono ben conservate e
scandite da torri. Una volta entrati, percorriamo via Sant’Anselmo (dove l’osteria Da Nando con cucina tipica valdostana è assolutamente da provare) e arriviamo diretti alla possente Porta Praetoria, una delle porte antiche (quella orientale) della città, a tre arcate, realizzata in grossi blocchi di conglomerato. Ai nostri occhi si presenta con una corte interna forse per ospitare le guardie e chiusa da un muro. Qui passava il decumano massimo che la collegava con la Porta occidentale oggi non più visibile. Se superata la Porta si avverte un certo languorino, vale la pena fermarsi nel ristorante della bottega La Grenette, in origine salumeria, per gustare tra i tanti piatti proposti un’ottima carne. Rimanendo in zona, ci imbattiamo nel quartiere degli spettacoli oggi al centro di un intervento di valorizzazione e di collegamento con il tessuto urbano: la realizzazione di camminamenti lungo le mura fino alla Torre dei Balivi e di un’agorà destinata alla rappresentazione di spettacoli con vista sul Teatro antico illuminato. Proprio per questo motivo l’edificio teatrale, la cui costruzione risale a una fase successiva alla fondazione della città, non è accessibile fino a quando i lavori non saranno terminati, si spera, entro l’autunno. Si può comunque ammirare la maestosa facciata finestrata, un muro alto 22 metri che svetta sopra i tetti delle abitazioni. Non distante, i resti dell’Anfiteatro giacciono inglobati in un convento e per vederli bisogna rivolgersi alle suore di Santa Caterina.

Proseguiamo il nostro giro e arriviamo nella bella e ariosa piazza Challant, per superarla e dirigerci verso la Cattedrale. Qui sorgeva il complesso religioso del Foro che doveva essere molto scenografico: l’imponente Criptoportico forense delimitava l’area dedicata al culto e dotata di un podio con due templi gemelli (di uno dei due restano le fondazioni) con le montagne sullo sfondo. Si tratta di una costruzione resa necessaria per contrastare la pendenza del terreno e utilizzata come passaggio coperto e processioni, sa- pientemente illuminata e molto suggestiva. Spostandoci in quella che doveva essere la parte civile del Foro troviamo alcuni resti in via Monsignore de Sales su cui affaccia l’enoteca bar ristorante Ad Forum: qui si possono gustare anche piatti gluten free. Non lontano il piccolo Mar-Museo Archeologico regionale offre uno sguardo sui ritrovamenti degli scavi condotti nella Valle tra cui il prezioso «balteo» (pettorale per cavallo da parata) in bronzo con scena di lotta tra Romani e barbari rinvenuto nel 1953 in una delle insulae della città. E a proposito di abitazioni, se aveste ancora tempo a disposizione, potreste recarvi al Giardino dei ragazzi Liliana Brivio, l’area giochi con ingresso da via Festaz. I custodi del parco hanno le chiavi di accesso all’area sottostante il parcheggio: con un pizzico di fortuna potreste avere la possibilità di scoprire una porzione del quartiere popolare di Aosta con tanto di cardo secondario e colonnato, parte di strada e fogna e un termopolio di 2mila anni fa! Tralasciando la vicina Necropoli fuori Porta Decumana e la più lontana Villa della Consolata, entrambe chiuse per lavori, il nostro giro non può che concludersi con la visita dello stupefacente capolavoro di ingegneria, all’imbocco per la strada che conduce a Cogne. È il Ponte Acquedotto di Pont d’Ael, immerso nel verde, musealizzato nella parte alta dove una volta scorreva l’acqua, e percorribile a piedi calpestando il pavimento vetrato che consente di scorgere tutta l’abilità tecnica dei Romani. Assolutamente da provare, basta solo non soffrire di vertigini.

Criptoportico ad Aosta. Photo: Enrico Romanzi

Laura Giuliani, 03 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

È stato presentato oggi, 8 luglio, il nuovo allestimento di due sale del Museo Egizio, tra cui la Tomba di Iti e Neferu arricchita di un’ulteriore scena dipinta, scoperta nel 2023 da un’egittologa nei depositi del Museo di Antropologia ed Etnografia, che si aggiunge allo straordinario ciclo pittorico già esposto. Riconfermato per un altro mandato il direttore Christian Greco

La vita all’interno della casa, dall’educazione al tempo libero, alla bellezza, fino ad aspetti delle professionalità più note: 134 reperti raccontano la figura femminile nell’antica città vesuviana 

A circa 600 metri sul livello del mare, 6mila anni di storia in oltre 2mila reperti abitano 18mila metri quadrati di spazi espositivi: è il Megamuseo di Saint-Martin de-Corléans

Continua l’operazione di svelamento dei depositi del Museo Archeologico Nazionale che si appresta a riallestire la sezione navale entro l’anno

Ad Aosta 2.050 anni di storia, megalitica e romana | Laura Giuliani

Ad Aosta 2.050 anni di storia, megalitica e romana | Laura Giuliani