Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliNel bicentenario della guerra d’indipendenza dall’Impero ottomano, la capitale ellenica scopre spazi rinnovati per l’arte contemporanea. Dopo la Galleria Nazionale riaperta formalmente il 24 marzo, l’11 giugno è la volta dell’ex tabacchificio costruito alla fine degli anni Venti, oggi trasformato in centro culturale ed espositivo.
La proposta e il progetto è della Fondazione Neon, la proprietà è del Parlamento greco. La Neon, che fa capo all’imprenditore Dimitris Daskalopoulos, ha ripristinato i grandi spazi (oltre 6.500 metri quadrati) abbandonati da quarant’anni (un’altra ala è utilizzata come biblioteca e ospita alcuni uffici pubblici), al costo di oltre un milione di euro.
In cambio, gestirà lo spazio fino alla fine del 2022; poi subentrerà il Parlamento, che lo utilizzerà come centro culturale anche se non esclusivamente dedicato all’arte contemporanea. Per inaugurarlo, la direttrice di Neon Elina Kountouri ha organizzato una prima mostra dal titolo «Portali»: una riflessione che nasce, come ha spiegato a «Il Giornale dell’Arte», dal «parallelo tra la necessità di ridisegnare il futuro dopo la rivoluzione del 1821 e dopo la pandemia del 2020-21».
Il motto: «Il cambiamento è possibile»; i quattro fili conduttori: «Movimento, comunità, connessione, casa». Sono stati selezionati 58 artisti greci e internazionali, con 15 nuove opere commissionate direttamente dalla fondazione. La cipriota Maria Loizidou, ad esempio, installerà nel cortile centrale «un’onda di monumentale leggerezza», lunga 19 metri, in lino, cotone e seta, con centinaia di nodi a simboleggiare l’interdipendenza; mentre l’ateniese Nikos Navridis disegnerà attorno a tutto l’edificio, con le luci al neon, l’aforisma di Samuel Beckett «Fallisci ancora. Fallisci meglio». «Portali» si concluderà il 31 dicembre e sarà seguita da altri progetti ancora in fase di studio.
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