Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Sandro Parmiggiani
Leggi i suoi articoliPasqua amara per l’arte italiana: nella stessa giornata di domenica 5 aprile sono scomparsi a Milano Alberto Ghinzani e Giancarlo Ossola.
Alberto Ghinzani (Valle Lomellina, 1939), direttore del Museo della Permanente di Milano, studia all’Accademia di Brera, frequentando il corso di scultura di Marino Marini, che aveva come assistente, all’epoca, Alik Cavaliere. Soggiorna per un periodo a Parigi, dove conosce in particolare il lavoro di Germaine Richier e di Alberto Giacometti, artista che sarà oggetto della sua tesi. Frequenta il fervido ambiente milanese dei primi anni Sessanta e nel 1966 tiene le mostre personali d’esordio, alla Galleria delle Ore di Milano (presentato da Mario De Micheli) e alla Galleria Il Girasole di Roma (presentato da Luciano Caramel). Numerose sono le mostre personali e di gruppo, in spazi pubblici e in gallerie private, che da allora si susseguono. Ricordiamo le ultime due: nel 2013, alla Galleria Marini di Milano e quella, in corso fino al 16 giugno, al Castelgrande di Bellinzona. Tutta l’opera scultorea di Ghinzani, cimentatosi con molti materiali: bronzo, ferro, polvere di marmo, resina, colore, sempre più affascinato dalla contaminazione tra scultura e pittura, è segnata dal rapporto con le forme e le linee che s’annidano nella natura e nel paesaggio, esplorate attraverso una personale, acuta sensibilità umana, nell’essenza dei loro caratteri: la perenne fragilità (di qui, l’insistenza, nella sua ricerca, di una forma scultorea fondata sul vuoto e sull’assenza di volume) e il mistero della materia.
Giancarlo Ossola (Milano, 1935) frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola Comunale di Pittura del Castello Sforzesco. Tiene la mostra personale d’esordio nel 1961 al Salone Annunciata, nel 1963 vince il Primo Premio San Fedele; varie sono le successive mostre, personali e di gruppo (tra le quali va ricordata «L’opera dipinta 1960-1980» a Parma e a Milano, a cura di Arturo Carlo Quintavalle). I rapporti con alcuni pittori del «realismo esistenziale» e i suoi approfondimenti della storia della pittura, da quella del Seicento (Magnasco e Seghers) fino a Sutherland e Bacon, e all’informale, e l’interesse per la fotografia, il teatro e il cinema (Kantor e Tarkovskij, in particolare) caratterizzano l’opera matura di un artista inquieto e visionario, che approda ai cicli delle «Città» e degli «Interni»: rappresentazioni di periferie e di desolati spazi abitati da una materia germinante, luoghi un tempo vissuti, ma nei quali la presenza umana è ora assente, veri e propri «depositi della memoria» colti nel progredire del loro disfacimento. Giovanni Testori parlò di «lazzaretti di ieri e di oggi».

Alberto Ghinzani nel suo studio, agosto 2013

Giancarlo Ossola in studio, 1993
Altri articoli dell'autore
Mostre, pubblicazioni, festival e percorsi nel dedalo di bambù più grande del mondo
Nel volume illustrato edito da FMR si raccontano pittori, musicisti e architetti nella città che, con Brescia, sarà Capitale Italiana della Cultura nel 2023
Dal Medioevo passando per il deserto e arrivando a Borges, una mostra ispirata da Umberto Eco e Franco Maria Ricci