Nei labirinti ci si può perdere, ma si possono anche incontrare inattese opportunità. È quello che possono sperimentare nel corso del 2024 i visitatori del Labirinto della Masone, ideato e realizzato da Franco Maria Ricci, che così ne sintetizzò il profilo, originato da molti sogni: «Un Giardino, un Museo, una Biblioteca, una Casa editrice, una Sala delle Feste e dei Balli, la Piazza di un Borgo con la sua Chiesa, un Labirinto botanico».
Ci racconta le attività che, partendo dal Labirinto, si irradiano verso altri luoghi e direzioni, il direttore, Edoardo Pepino, che conferma il trend positivo dei visitatori, ben oltre i 100mila nel 2023. «Anche nello scorso anno abbiamo verificato l’utilità della scelta di puntare allo scaglionamento e alla diluizione degli ingressi, attraverso la prenotazione. Il maggiore richiamo del Labirinto durante i mesi più caldi e il finesettimana ovviamente resta, data l’importanza della visita al parco e al dedalo di piante più grande del mondo. Tuttavia, il nostro programma così variegato e intrigante di mostre e di eventi porta sempre più visitatori, gruppi e turisti stranieri a meravigliarsi nelle sale del museo e ad apprezzare questo percorso in mezzo all’arte e ai libri che rappresenta un unicum in Italia e in Europa». Il direttore è particolarmente soddisfatto delle mostre presentate al Labirinto nel 2024, e di quella che, idealmente partendo da qui, è ora a Genova.
Al Labirinto è in corso, fino al 30 giugno, «Musca depicta. C’è una mosca sul quadro», a cura di Sylvia Ferino ed Elisa Rizzardi, che in un qualche modo riprende il discorso avviato nel volume di André Chastel dallo stesso titolo, pubblicato da Ricci nel 1984. Nella mostra la mosca si è insinuata in opere (provenienti da grandi musei europei) che dal XIV secolo giungono ai nostri giorni: tra i tanti nomi, Giovanni del Biondo, Martino Piazza da Lodi, alcuni esponenti della stagione del Barocco con splendide nature morte, Giovanna Garzoni e Ulisse Aldrovandi, fino ai contemporanei Maurizio Bottoni, Damien Hirst e Yoko Ono.
A settembre arriveranno al Labirinto, esposte sia nelle sale interne sia sotto i portici attigui alla Piramide, le ceramiche policrome di Bertozzi & Casoni, nelle quali si mescolano e si ibridano realtà e finzione, meraviglia e disincanto, illusioni visive e follie della mente, un omaggio al sodalizio di due artisti affermatisi a livello internazionale, Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni (scomparso l’anno scorso). Al Palazzo Ducale di Genova, è in corso, fino al 30 giugno, «L’opera al Nero», titolo che immediatamente evoca l’omonimo romanzo di Marguerite Yourcenar, ma che in verità fa riferimento al colore che Franco Maria Ricci scelse per contrassegnare le sue creazioni grafiche e di libri. L’esposizione, a cura di Pietro Mercogliano, rivisita l’attività, per alcuni aspetti visionaria, di Ricci; nel catalogo della mostra sono riportate le parole con le quali a suo tempo Franco Maria rifletteva sulle tappe dei suoi sogni che andavano diventando realtà: a partire dagli anni Sessanta, le ristampe del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni e dell’Oratio Dominica, l’avvio della collana «I segni dell’uomo» con Il disertore di Jean Giono, «La Biblioteca di Babele» nata dalla collaborazione con Jorge Luis Borges, incontrato per la prima volta nel 1973, la pubblicazione della rivista «FMR» nel 1982, fino alle motivazioni che gettarono le basi per la realizzazione del Labirinto con le sue 300mila piante di bambù.
Anche l’attività editoriale è in pieno fervore al Labirinto: oltre al decimo numero della rivista «FMR», accolta con grande favore, che uscirà in giugno, verso la fine dell’anno vengono pubblicati due volumi, Palermo, a cura di Giorgio Villani, e I Paraventi, partendo da quelli mitici delle colonie portoghesi e tracciandone la storia fino a quella più recente. Prossimamente vedrà la luce una nuova collana di letteratura, con testi «dimenticati» di Robert Louis Stevenson, Stefan Zweig e George Sand, che intende rinverdire i successi di due storiche collane create da Ricci: «La Biblioteca di Babele» e «Morgana».
In estate, ancora, il Festival di Musica Elettronica Lost, che vede la partecipazione di moltissimi giovani da tutta l’Europa, e l’apertura, nel cortile che s’incontra dopo avere varcato la volta d’accesso al Labirinto, accanto al bookshop, al bar, al ristorante, del negozio Ephemera, che propone oggetti raffinati (servizi di piatti, ceramiche dipinte, tovaglie, tessuti in fibra di bambù, fotografie). E per chi vuole restare immerso, oltre la visita, nell’atmosfera del Labirinto, ci sono due suite, rifinite con decorazioni, opere d’arte e arredi di pregio.