Louis Jebb
Leggi i suoi articoliJack Vettriano, artista scozzese neorealista dalla vastissima popolarità, è morto a Nizza all'età di 73 anni. È stato trovato senza vita nella sua abitazione il 1° marzo. Proprio in questi giorni (si è aperta il 26 febbraio) Palazzo Pallavicini a Bologna gli dedica la prima retrospettiva italiana, realizzata in collaborazione con lo stesso Vettriano, in cui sono presentate una settantina di opere.
Nato nel 1951 a Methil, Fife, una cittadina della Scozia da una famiglia di origine italiana (il suo vero nome era Jack Hoggan) aveva cominciato a dipingere da autodidatta a 21 anni, dopo aver ricevuto un set di pennelli e acquerelli in regalo. Vettriano è stato un fenomeno del mercato dell’arte. Di sé diceva che dipingeva opere romantiche e intrise di nostalgia per offrire al suo pubblico un’evasione. Parlando del suo lavoro in un documentario della Bbc del 2013, aveva dichiarato: «L'ultima cosa che sono è “cutting edge”, all’avanguardia. Mi piace trattare temi come l'amore e la religione». In quanto artista dilettante autodidatta, raccontava alla Bbc nel 2017, aveva dovuto mettere a punto uno stile che «dà un risultato rapido». Così copiò i maestri. «Tu fai un nome, e io di sicuro li ho copiati: Monet, Degas, Caravaggio. Mettili tutti in un calderone e mescola». Non aveva mai frequentato a lungo le lezioni d’arte perché preferiva lavorare da solo, senza nessuno intorno, così come preferiva lavorare a partire dalle fotografie dei suoi modelli, in modo da lasciarli liberi di andarsene. «Mi sentivo un po' un imbroglione a lavorare a partire dalle fotografie», ammetteva, riconoscendo però che molti artisti facevano lo stesso.
Alla Bbc aveva poi raccontato del suo passaggio dalla pittura di scene d'interni a quella di spiagge e della natura dichiaratamente d’evasione della sua pittura, pensata, spiegava, per dimenticare la durezza della sua adolescenza, quando lavorava in una miniera di carbone nel Galles (come prima di lui avevano fatto suo padre e suo nonno). Soggetto delle sue opere, aveva dichiarato, sono l'amore e il corteggiamento. «Dove si innamora la gente? Sulle spiagge». A proposito del popolarissimo «The Singing Butler» (1992) rifletteva che «forse ti dà un po' di speranza. È una fantasia. Se vivi a Grimsby (citta costiera del Lincolnshire, Ndr) in un umido martedì pomeriggio, potresti lasciarti trasportare».
Nel dipinto un uomo e una donna in abito da sera ballano su una spiaggia idealizzata, osservati da una cameriera e dal maggiordomo, ciascuno dei quali brandisce ombrelli contro il vento e la pioggia sferzanti. Ad aprile 2004 «The Singing Butler» è stato battuto da Sotheby’s a Hopetoun House per 744.800 sterline, a fronte di una stima di 200mila sterline, stabilendo il record d’asta per l’opera di un artista scozzese. Il venditore l’aveva acquistato nel 1992 per 1.800 sterline, in occasione di una mostra («God’s Children») in cui erano esposte altre scene di genere dell’artista ambientate su spiagge spazzate dalla brezza. Il precedente record di Vettriano all'asta, 98mila sterline, era stato stabilito a dicembre 2003.
«The Singing Butler» è il paradigma dello stile nostalgico da film noir degli anni ’40, stabilito da Vettriano negli anni successivi alla fortunata presentazione della sua prima opera alla Royal Scottish Academy nel 1988. I personaggi, talvolta vestiti in modo succinto, talaltre in abiti formali, sono collocati in scene di genere semi illuminate, oniriche, inquadrati da vicino, o in posa su spiagge assolate, idealizzate, simili a quelle di Joaquín Sorolla.
Il suo dipinto da record è stato reimmaginato da Banksy in «Crude Oil (Vettriano)» (2005), che sarà messo in vendita da Sotheby's a Londra oggi 4 marzo, con una stima tra i 3 e i 5 milioni di sterline.
In un sondaggio del 2006 condotto da «The Art Newspaper» tra studenti d’arte, interrogati sulle loro influenze artistiche, Marcel Duchamp è arrivato primo e Vettriano 28mo a pari merito con Michelangelo, El Greco, Jeff Koons, Sol LeWitt e Grayson Perry. Ma per i critici concentrati sull’arte contemporanea di alto livello, Vettriano è rimasto decisamente «unchic». Jonathan Jones nel 2014 scriveva su «The Art Newspaper» che Vettriano esisteva, come il muralista guerrigliero Banksy (che nel suo lavoro ha citato Vettriano), «al di fuori del cerchio magico» della critica «alta», in compagnia di «Lucian Freud e David Hockney, i vignettisti Gerald Scarfe e Steve Bell, i ritrattisti Jonathan Yeo, gli artisti outsider e gli artisti del mondo non occidentale che non abbracciano lo stile contemporaneo globale». Grayson Perry nel suo Ritratto dell'artista da giovane (2006) aveva sollevato più di un critica scrivendo: «L'anno prossimo penso che i giudici [del Turner Prize] dovrebbero nominare Jack Vettriano».
Nel citato documentario della Bbc del 2013, Vettriano aveva confidato quanto l’avesse ferito l’affermazione di un critico che lo accusava di «dipingere con i numeri». Un atteggiamento che trovava «sconvolgente». «Questa non è critica, aveva ribadito, è quasi violenza».
In un editoriale del maggio 2004, guardando alla vendita record di Sotheby’s, «The Art Newspaper» osservava: «Di recente filosofi e scrittori come Elaine Scarry e Denis Donoghue hanno cantato in pubblico il fascino ritrovato della bellezza, e non è un caso, qualunque cosa possano pensare i più illuminati, che il trionfo sul mercato dei dipinti di Jack Vettriano rifletta una voglia di glamour. I giorni del brutto, del folle, del triste e del brutale sono contati».
Per Elspeth Moncrieff, che l'anno precedente aveva scritto, sempre su «The Art Newspaper», dell’«effetto Vettriano» il pittore era uno dei tanti realisti «che sanno maneggiare la pittura in modo superbo e sono attualmente molto in voga». Le gallerie che rappresentano artisti realisti, osservava Moncrieff, assistono «in questo momento a un'inclinazione del mercato verso la pittura figurativa, poiché in tempi difficili la gente cerca qualcosa di tangibile e rassicurante».
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