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Maria Grazia Maioli

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Maria Grazia Maioli

Addio a Maria Grazia Maioli

Aveva 81 anni. Funzionaria della Soprintendenza, era una grande divulgatrice

Barbara Antonetto

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Il 30 luglio a Ravenna si è spenta all’età di 81 anni Maria Grazia Maioli, archeologa di fama e funzionario emerito della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, che ha dichiarato: «Le sue conversazioni e le sue conferenze sono ancora nei ricordi di studiosi, professionisti e appassionati di archeologia». Nata a Ravenna nel febbraio del 1944, dopo il liceo classico Maria Grazia Maioli si era laureata in Archeologia all’Università di Bologna. Conosciuta per la sua passione contagiosa e per la capacità di raccontare il mondo antico con entusiasmo e competenza, era diventata una grande divulgatrice della vita quotidiana antica e dei suoi vari aspetti, apprezzata da studiosi, professionisti e semplici appassionati: è stata definita la «pasionaria» dell’archeologia per l’impegno profuso nelle sue ricerche.

Figura di riferimento per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico della Romagna, ha dedicato decenni della sua vita alla ricerca, allo studio e alla divulgazione dell’archeologia, contribuendo a numerosi importanti rinvenimenti tra Ravenna, Cesena e Rimini. In particolare studiò con passione la Domus del Chirurgo di Rimini, ma a lei dobbiamo soprattutto lo scavo e la realizzazione della Domus dei tappeti di pietra a Ravenna, uno dei più importanti siti archeologici italiani, che senza il suo tempestivo intervento sarebbe andata sicuramente dispersa.

Nel 1993, durante gli scavi nei pressi della Chiesa di Santa Eufemia per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, fra le macerie venute alla luce qualcuno notò qualcosa di interessante e ritenne opportuno segnalarlo alla Soprintendenza che subito intervenne. In quell’occasione, infatti, la Maioli inviò subito sul posto la sua collaboratrice Giovanna Montevecchi, che entrata con uno stratagemma all’interno del cantiere, notò che uno dei grandi mosaici pavimentali risalenti al VI secolo era stato parzialmente danneggiato dalle ruspe. Seguì l’interruzione dei lavori e oggi, dopo anni di restauro, il sito è stato restituito alla città.

La Maioli ha firmato saggi per «Felix Ravenna», «Studi romagnoli» e riviste scientifiche e ha tenuto conferenze per illustrare ai ravennati le sue ricerche. Di grande interesse il suo contributo alla monumentale Storia di Ravenna edita da Marsilio con i saggi «La topografia della zona di Classe» e «Classe: la cultura materiale».

Scrive sul proprio sito il Museo nazionale di Ravenna «La nostra città ha perso una grande “pasionaria” dell’archeologia. Ricordiamo Maria Grazia Maioli come collega, funzionario responsabile d’area della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, e ancora come sapiente e ironica divulgatrice, appassionata e curiosa, indefessa promotrice della tutela archeologica. Innumerevoli le tracce che lascia, come persona e come studiosa: profonda conoscitrice del patrimonio ravennate, già dagli anni ’60 pubblicò molti contributi su oggetti del Museo, manufatti archeologici e beni delle collezioni, dalle stele ai lacerti pavimentali e parietali, dai bronzetti alle erme, dalle gemme alle fibule. Il primo fu “La restaurata stele di L. Superinio Severo nel Museo Nazionale di Ravenna” pubblicato in “Felix Ravenna” n. 48 (1969), sul restauro di una stele funeraria romana reimpiegata in San Domenico». 

Barbara Antonetto, 07 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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