Fauna selvatica e addomesticamento, natura selvaggia e condizioni di cattività. Sono questi i temi toccati da Elisa Caldana con il progetto «Il falco di Karachi», in anteprima italiana al Macte-Museo di Arte Contemporanea di Termoli dal 14 febbraio al 3 maggio. Originaria di Venezia, classe 1986, con una formazione internazionale fra Germania e Paesi Bassi, dove vive tuttora, Elisa Caldana è da sempre interessata alle crisi mondiali, sociali, economiche e ambientali, ai paradossi insiti in queste e alle disfunzioni congenite gli spazi collettivi.
Con «Il falco di Karachi» l’artista focalizza l’attenzione sui processi di sviluppo e sulle complessità comportamentali di animali sottratti al loro ambiente naturale per imposizione umana, in questo caso il falco Laggar. Specie poco conosciuta, diffusa in India, Myanmar e Pakistan, il Laggar è in via di estinzione con una popolazione ritenuta inferiore alle 100mila unità. Non casualmente fissato a simbolo dall’artista per porre interrogativi sul rapporto uomo-animale, ovvero sulla condizione di subalternità del rapace, attraverso il falco Laggar Elisa Caldana avvia una riflessione sui diritti degli esseri viventi.
Nella mostra, allestita nella rotonda del museo per riprodurre l’atmosfera di un cortile della città pakistana di Karachi, sono esposte un gruppo di opere in relazione fra loro, ciascuna realizzata con medium eterogenei com’è prassi nella poetica di Caldana: un video a tre canali ambientato in Pakistan e in Europa, opere in tessuto che simulano il piumaggio del rapace e «Untitled (Released)», scultura in bronzo che rappresenta il gesto delle mani che trattengono il falco immediatamente prima del suo rilascio in natura. Tutto è finalizzato a mettere in luce il senso di liberazione, emancipazione e riscatto che, con «Il falco di Karachi», diventano per l’artista parole necessarie a non dare per scontate attività e comportamenti fissati nei secoli come ovvi e assodati. L’intera serie dei lavori di «Il falco di Karachi», parte della collezione del Macte, è stata realizzata grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2023). Il progetto è stato prodotto in parte con il sostegno del Mondriaan Fund, promosso dalla Jan van Eyck Academie (Maastricht), in collaborazione con Vasl Artists’ Association (Karachi), West Den Haag (L’Aia), Sic (Helsinki).