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«Swiss Alps» (2022) di Todd Bienvenu

Cortesia di Galerie Sébastien Bertrand

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«Swiss Alps» (2022) di Todd Bienvenu

Cortesia di Galerie Sébastien Bertrand

Al via MAZE Art Gstaad

La prestigiosa fiera boutique brilla nella Svizzera d’élite. Ce la racconta il direttore artistico Baptiste Janin

 

Silvia Conta

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Nel cuore delle Alpi Svizzere MAZE Art Gstaad, una delle fiere d’arte più patinate del sistema dell’arte, è pronta a svelare la sua seconda edizione. Dopo l'appuntamento pilota dello scorso anno, dal 14 al 16 febbraio prenderà vita il primo appuntamento targato MAZE (che letteralmente significa dedalo) e al suo concept di Art Salon, attraverso cui realizza eventi in momenti chiave dell'anno in varie sedi nel mondo, da Barcellona, a Gstaad, passando per Sankt Moritz, Zurigo, Vienna, Parigi e Milano. In continuità con l’edizione precedente la line-up di quest’anno punta su una trentina di selezionatissime gallerie, che riflettono le caratteristiche della scena dell'arte contemporanea sviluppatasi a Gstaad, con una solida presenza di collezionisti e gallerie (Hauser & Wirth, ad esempio, nella località vanta una sede permanente). Ad accogliere i visitatori negli spazi del Festival-Zelt, saranno gallerie del calibro di kurimanzutto, Landau, Marian Goodman, Mitterand, Pace, Perrotin e White Cube, solo per citarne alcune. Nell’intervista di seguito Baptiste Janin, Direttore artistico della fiera e direttore della comunicazione di MAZE ci racconta il contesto artistico della cittadina elvetica, MAZE e la nuova fiera.

Oggi inaugura la seconda edizione della fiera d’arte di Gstaad. Come è nato questo progetto? Come si presenta la scena dell’arte contemporanea a Gstaad, considerando le gallerie d’arte, le istituzioni culturali, il pubblico e la presenza degli artisti?
«Gstaad è da tempo riconosciuta come una destinazione prestigiosa, non solo per il suo scenario alpino mozzafiato ma anche per il suo impegno culturale. L'idea di una fiera d'arte a Gstaad è nata come riposta naturale alla presenza di collezionisti e intenditori che frequentano la regione, nonché dal desiderio delle gallerie di poter trovare i propri collezionisti in loco. Non vanno dimenticate le importanti collezioni d'arte che si sono sviluppate intorno all'attività alberghiera di Gstaad. Abbiamo immaginato MAZE Art Gstaad in linea con le aspettative di questi attori chiave, presentando il meglio del mondo dell'arte in un momento cruciale e nel cuore del luogo in cui si riuniscono. In contesti nazionali e internazionali, MAZE Art Gstaad si posiziona come un evento di alto livello, a misura d'uomo, con un'offerta artistica attentamente curata. Il nostro approccio è selettivo, intimo e cerca una visione trasversale delle arti, favorendo collaborazioni interdisciplinari. La scena artistica di Gstaad è fiorente, con una crescente presenza di gallerie di fama internazionale e mostre pop-up, che creano un ecosistema unico. Iniziative particolarmente pionieristiche e di successo sono, a nostro avviso, Tarmak22, uno spazio d'arte con sede presso l'aeroporto di Saanen, e Elevation 1049, che si svolge in diversi luoghi della regione, in particolare quelli naturali».

 

«Ecce Homo» (2011) di Kehinde Wiley. Cortesia dell’artista e di Templon, Paris-Brussels-New York. Foto di Bertrand Huet

Per l’edizione 2025, il nome è cambiato in MAZE Art Fair, precedentemente il nome della fiera era «Gstaad Art». Che cos’è MAZE e qual è il suo concept di fiera d’arte?
«Il nostro progetto è iniziato nel febbraio dello scorso anno con il primo Art Salon (così amiamo chiamarli) a Gstaad, “GstaadArt”, che ha riunito una ventina di rinomate gallerie svizzere e internazionali. Il successo di questa prima edizione ha confermato che il nostro approccio era giusto e ci ha ispirato a dare vita ad altre fiere basate sullo stesso modello. Abbiamo, quindi, creato il marchio MAZE per unire questa nuova costellazione di saloni e attività sotto un'unica identità. L'idea di riunire sotto un unico marchio fiere diverse con temi variegati ci sembra una novità assoluta nel mondo delle fiere d'arte. Il DNA di MAZE è quello di svolgersi in luoghi iconici in momenti chiave, limitando il numero di partecipanti a 20-30 e selezionando le figure più rilevanti all'interno di un determinato ambito (arti visive, fotografia, design, architettura, video, gioielli, ecc.). MAZE si propone, inoltre, di offrire un panorama artistico ampio e aperto attraverso collaborazioni interdisciplinari con artisti provenienti dal mondo della moda, della musica e della gastronomia, tra gli altri. In questo spirito, l'anno scorso abbiamo organizzato un concerto privato della cantante Sofie Royer (etichetta Record Makers: Air, Sébastien Tellier, Kavinsky, Dita Von Teese) durante la cena dei collezionisti. Quest'anno, invece, collaboriamo con il compositore classico Tristan Seewer, che crea brani musicali esclusivi eseguiti durante i nostri eventi, con la stilista Sarah Bounab, che presenta le sue creazioni, e con Regina Martin, un'artista di Schönried che ha creato un'opera specifica per la fiera, che vedrete esposta sulla facciata del Festival-Zelt al vostro arrivo al Salon. Queste collaborazioni non solo offrono una prospettiva artistica più ampia, ma contribuiscono anche a far conoscere nuovi talenti o, nel caso dell'arte del paper cutting, a mettere in luce l'arte specifica di una regione. Questo approccio ci permette di portare innovazione e di presentare qualcosa di diverso».

Alla prima edizione di Art Gstaad hanno partecipato circa 20 gallerie, mentre quest'anno sono 34. La selezione è di altissimo livello. Quante candidature per l’edizione 2025 della fiera avete ricevuto?
«Subito dopo la conclusione del salone 2024, abbiamo ricevuto rapidamente richieste per ripetere l'evento.Per l'edizione 2025 abbiamo ricevuto un numero considerevole di candidature da parte di gallerie di tutta Europa e non solo. In primo luogo, abbiamo dato la priorità ai partecipanti che ci avevano dato fiducia per la prima edizione. Quest'anno, anche se abbiamo fatto un grande sforzo per fare in modo che gli spazi del Festival-Zelt riuscissero ad accogliere nuovi prestigiosi nomi, abbiamo voluto continuare a limitare il numero di partecipanti per garantire la qualità dell'offerta e un’adeguata visibilità alle opere presentate».

 

«L.H.O.O.Q. Rasée» (1965) di Marcel Duchamp. Cortesia di Larkin Erdmann. Foto di Flavio Karrer

Quali sono i criteri di selezione delle gallerie partecipanti?
«Il processo di selezione è rigoroso e si concentra sulla forza del programma della galleria, sulla qualità degli artisti e sul loro allineamento con la visione della fiera. Per MAZE Art Gstaad, che mira a offrire una prospettiva condensata sui temi esplorati durante l'anno nelle altre fiere, abbiamo selezionato gallerie che presentano opere in un'ampia gamma di discipline, dall'arte classica (De Jonckheere) all'arte contemporanea (White Cube, Mennour, Perrotin), oltre a mobili di design (Jacques Lacoste, Kreo, Laffanour), fotografia e gioielli (Karry Berrebby). Un altro aspetto che viene considerato è se gli espositori hanno un pubblico locale, il che valorizza il modo in cui la fiera viene considerata». 

All’interno della fiera, le gallerie organizzano liberamente i loro stand o come organizzatori avete fornito delle indicazioni in merito? 
«I partecipanti sono liberi di organizzare i loro stand e di selezionare gli artisti e le opere che desiderano presentare. Sono i galleristi stessi che conoscono meglio i loro collezionisti e sono nella posizione migliore per scegliere le opere attese. Una volta che una galleria è stata accettata a partecipare alla fiera, non ci sono curatori che supervisionano la selezione delle opere».

Ci sono due progetti speciali al di fuori della fiera: la mostra di video arte Mediums and Mind Control, curata da Piper Marshall al cinema Grand Hotel Bellevue, e il percorso di sculture lungo la famosa Promenade. Come sono state selezionate le opere dai curatori? Le due selezioni sono direttamente collegate alle gallerie che partecipano alla fiera d’arte o provengono da contesti diversi?
«Questi progetti, frutto della collaborazione tra MAZE e Particolare, sono pienamente in linea con la nostra visione di estendere la fiera oltre le sue mura e di esplorare altre scenografie e mezzi. Mediums and Mind Control esamina l'intersezione tra tecnologia, media e percezione, curata da Piper Marshall con un approccio critico e intellettuale. Le opere presentate sono state selezionate dalla curatrice e non sono legate alle gallerie che partecipano alla fiera. Il percorso di sculture trasforma la Promenade in una galleria a cielo aperto, mettendo l'arte in dialogo con Gstaad e i suoi abitanti. Qui le opere presentate sono esposte dalle gallerie che partecipano alla fiera».

«Scena d’inverno con pattinatori» di Pieter Brueghel il Giovane. Cortesia di Gallery De Jonckheere

Come risponde la città di Gstaad durante i giorni della fiera d’arte? La fiera organizza direttamente un programma pubblico o ci sono iniziative indipendenti? 
«Gstaad accoglie la fiera con entusiasmo; abbiamo ricevuto supporto e assistenza dall'Ufficio del Turismo di Gstaad, oltre che dalla stampa locale e dal Palazzo. Organizziamo conferenze e visite a collezioni private per la nostra rete. Alcune gallerie o collezionisti organizzano anche visite e cene per le loro collezioni, ad esempio. La fiera è aperta al pubblico e gratuita, così come le attivazioni curate, come Mediums and Mind Control al cinema Grand Hotel Bellevue».

Qual è il rapporto tra la fiera e gli sponsor? Avete dei premi d’arte sponsorizzati da loro? 
«I nostri sponsor sono partner fondamentali. Marchi prestigiosi come Chanel High Jewelry, F.P.Journe e Phillips non si limitano a sostenere l'evento, ma espongono in fiera e ci accordano la loro fiducia, portando credibilità e ampliando la nostra rete. A sua volta, questo garantisce una maggiore visibilità alle gallerie partecipanti. Il loro impegno al nostro fianco dimostra l'accuratezza del nostro progetto e contribuisce a creare un ambiente unificante per l'intera comunità artistica. Non abbiamo un premio ufficiale e non intendiamo introdurne uno. Con il sostegno dei nostri sponsor, invece, preferiamo concentrarci su progetti creativi come quelli descritti sopra. E stiamo lavorando a una nuova idea che vede protagonisti questi partner e l'attività complessiva di MAZE, che contiamo di svelare presto. Possiamo anche contare sul sostegno di partner ufficiali come Memo Paris, Vontobel e Dassault».

Qual è la sua visione per il futuro di MAZE Art Gstaad? 
«MAZE Art Gstaad è il salone d'arte di punta di MAZE, che offre una vetrina completa dei temi chiave esplorati nelle altre mostre. Grazie alla raffinatezza della sua offerta artistica e alla magia dell'evento, conferisce a una mostra effimera di questo tipo un'identità simile a un marchio e a uno stile di vita, che il pubblico può abbracciare. Ci auguriamo che Art Gstaad stimoli la curiosità dei visitatori a unirsi a noi nei nostri prossimi eventi a St Moritz, Milano, Zurigo e in molti altri luoghi vivaci. Il futuro di MAZE Art Gstaad risiede nella sua capacità di mantenere la propria identità e al tempo stesso di essere una proposta rinfrescante, rilevante e di alta qualità».

 

Silvia Conta, 14 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Al via MAZE Art Gstaad | Silvia Conta

Al via MAZE Art Gstaad | Silvia Conta