La 13ma edizione di Art Genève, che apre i battenti il 30 gennaio (fino al 2 febbraio) con la partecipazione di 80 gallerie internazionali, «rafforza i suoi legami con il ricco panorama istituzionale svizzero, presentando numerose nuove collaborazioni e progetti, tra cui una fiera parallela dedicata ai libri d’arte contemporanei e alle stampe», sottolinea Charlotte Diwan, direttrice per il secondo anno della manifestazione ginevrina.
Un elemento distintivo della fiera è il processo di «acquisizione dinamica» del Mamco, il museo di arte moderna e contemporanea della città. Lo stand, infatti, vuoto all’apertura, si riempie progressivamente con opere selezionate in tempo reale. A sottolineare il sostegno ai giovani artisti svizzeri ci pensa invece il Prix Mobilière che assegna 30mila franchi e si avvale di uno spazio espositivo dedicato ai suoi finalisti. Tra questi, spicca Alfatih (classe 1990) che con uno stile enigmatico e critico esplora le dinamiche della tecnologia digitale.
Ginevra, centro strategico per le collezioni aziendali che scelgono Art Genève per arricchire i propri patrimoni artistici, attira anche collezionisti europei alla ricerca di nuove tendenze, come l’imprenditore e collezionista Andrea Fustinoni, che osserva: «C’è sempre una certa curiosità verso quella che è una piccola fiera, però molto attenta a istituzioni e fondazioni locali. È interessante perché offre una visione completa del panorama contemporaneo nei tre cantoni, di Ginevra, Vallese e Vaud». Tra le realtà partecipanti molte si distinguono per la loro attenzione alla ricerca artistica come Fabienne Levy Gallery che presenta Vanessa Safavi, una figura emergente della scena artistica elvetica, e Peter Kilchmann, veterano del salone, che sottolinea: «Art Genève è un’occasione unica per concentrarsi su nuove promesse come Andriu Deplazes, Marc Bauer, Valentin Rilliet, Zilla Leutenegger e Travis Boyer, artisti che stanno conquistando sempre più attenzione a livello internazionale». Tra le new entry di quest’anno anche Ncontemporary, con sedi a Milano, Londra e Venezia, che espone opere di artisti come Walter Niedermayr ed Erin O’Keefe.
Pochi giorni dopo la chiusura dell’esposizione, si terrà nelle vicinanze Gstaad Art, nella rinomata località alpina. Guidata dall’ex direttore di Art Genève, Thomas Hug, coinvolto in indagini per presunte irregolarità finanziarie, questo progetto adotta un modello esclusivo, focalizzandosi su gallerie di alto profilo. Tuttavia, come recentemente osservato da Giorgio Guglielmino riguardo ad Art Cologne, non sono i grandi nomi a definire il successo di una fiera, ma la capacità di stimolare curiosità verso il nuovo. In questo senso, Art Genève sembra negli anni aver trovato il proprio equilibrio, distinguendosi per un rigoroso processo di selezione confermato anche dalle parole della sua direttrice: «La nostra ambizione è offrire un programma variegato e unico, mantenendo un impegno costante verso la qualità».