«Nine swimming pools and a broken glass» (1968) di Ed Ruscha (particolare)

Cortesia dell’American Academy in Rome

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«Nine swimming pools and a broken glass» (1968) di Ed Ruscha (particolare)

Cortesia dell’American Academy in Rome

All’American Academy libri d’artista come opere d’arte

Nella sede romana dell’istituzione statunitense una grande mostra ripercorre l’intera storia della tipologia vista attraverso gli occhi dei maestri del Novecento

Al genere ibrido del libro d’artista, l’American Academy in Rome dedica una grande mostra storica, «Artists Making Books», dal 26 settembre al 7 dicembre. Curata da Ilaria Puri Purini, Andrew Heiskell, art director della Drue Heinz Library, e Lexi Eberspacher, curatrice presso l’istituzione ospitante, la mostra ripercorre l’intera storia dell’oggetto libro, visto con gli occhi di un artista. I primi furono gli artisti delle avanguardie novecentesche, protesi in ogni campo a rivoluzionare codici e consuetudini, per una sensibilità aperta a una nuova percezione della realtà. Contributi importanti in tal senso vennero dalla Russia e dall’Italia, come dimostrano i libri-opere in mostra della raggista russa Natalia Goncharova e del futurista Fortunato Depero. Una siffatta poetica, che decostruiva il libro, per una riflessione sulla sua natura materiale e concettuale, non poteva non attrarre i dadaisti, e così si avranno in mostra i manufatti di Tristan Tzara, poeta-fondatore di Dada, e di Marcel Duchamp, suo più acuto interprete. 

Le opere provengono dal fondo dell’Academy in Rome, ma anche da due importanti collezioni, dedicate al tema: la Consolandi di Milano e la Aldobrandini di Roma. Dall’Academy provengono, tra l’altro, una serie di volumi che Ed Ruscha donò all’istituzione, dopo averla visitata nel 2001, ovvero «Twentysix gasoline stations» (1963), «Various small fires and milk» (1964) e «Nine swimming pools and a broken glass» (1968). Dalle due collezioni italiane provengono invece il libro paradossale di Bruno Munari, «Libro illeggibile bianco e rosso», il non meno assurdo «Libro quasi dimenticato a memoria» (1969) di Vincenzo Agnetti, il libro d’artista di Lucio Fontana con poesie di Salvatore Quasimodo del 1965, e l’essenziale volume «La via del sangue» (1973) di Jannis Kounellis. Altri lavori sono di Andy Warhol, Keith Haring e John Baldessarri, o di artisti che hanno svolto una residenza presso l’Academy in Rome, ovvero Jenny Holzer (2004), Kara Walker (2016), Irma Boom (2019) e William Kentridge (2018), o di borsisti vincitori del Rome Prize come Eugene Berman (1959), Ana Mendieta (1984), Tony Cooks (2022), o, ancora, di Italian fellows come Luca Vitone (2008) e Nico Vascellari (2007).

L’American Academy in Rome è infatti un fulcro di intrecci culturali, e non solo da oggi, essendo nata nel 1894 (è il più antico centro culturale d’oltreoceano) come luogo di vicendevoli scambi tra il nuovo e il vecchio mondo. Nel libro d’artista, che è libro smembrato e tradotto in pittura e piccola scultura, una sorta di poetico e fantastico anti-libro, concezioni antiche e nuove si fondono in una realtà altra, posta sempre sul limitare tra i linguaggi, per unirli tutti. 

Guglielmo Gigliotti, 25 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

All’American Academy libri d’artista come opere d’arte | Guglielmo Gigliotti

All’American Academy libri d’artista come opere d’arte | Guglielmo Gigliotti